sanità

Medici ospedalieri, cresce la protesta: «Troppi freni alla carriera»

Trattativa per il nuovo contratto, sindacati divisi. Bonsante (Anaao): «Non è possibile che in Alto Adige professionisti con 40 anni di esperienza non abbiano incarichi dirigenziali»


Valeria Frangipane


BOLZANO. Troppi freni alla carriera, tra gli ospedalieri cresce la protesta. «Sono in atto le riunioni per il nuovo contratto provinciale ma l'Agenzia delle contrattazioni si è rifiutata di passare al contratto nazionale e il nuovo non promette nulla di buono». Edoardo Bonsante - segretario provinciale del sindacato Anaao - guarda con preoccupazione alla carenza di medici ed alla fuga nel privato. «Le soluzioni ci sono... se solo l'Asl ci ascoltasse. Non è possibile che in Alto Adige medici con 40 anni di esperienza non abbiano ancora incarichi dirigenziali. Il contratto nazionale li assegna al momento dell'assunzione per variarli negli anni in base all'anzianità. Da noi? Non succede. Questa è occasione importante per chiederli da subito!».Ma i sindacati sono divisi.

Premiare il merito

Bonsante punta alla valorizzazione importante della carriera professionale che il medico riceve progressivamente nel corso della vita lavorativa che da noi non esiste. «Serve a motivare il professionista, a fidelizzarlo, a stimolarlo a fare di più e meglio, perché esiste un riconoscimento. In Alto Adige si assegnano incarichi in modo troppo discrezionale, si vedono servizi con molti dirigenti e pochi incarichi ed al contrario servizi con "quattro gatti" sui quali piovono incarichi non si sa bene perché. E sono anche questi i motivi che spingono un professionista ad andar via, verso un privato che, se non altro, non è vittima di logiche antimeritocratiche». Ma l'Agenzia si rifiuta di passare al nazionale. «Senza serie motivazioni, forse per una sorta di "orgoglio" provinciale. Peccato perché è più aggiornato, approvato dalla Corte dei Conti e più garantista del nostro sulla stragrande maggioranza dei temi».

Fuori budget

Il sindacato Anaao è convinto che in provincia di Bolzano si proceda a passo di lumaca, senza adeguati finanziamenti. «All'ultima riunione abbiamo ripreso il discorso sulla parte economica, al momento sembrano stanziati 15-20 milioni di euro. Ma siamo già fuori budget. Figurarsi a parlar loro di assegnare incarichi. Spero ci ascoltino perché nei reparti si vive da tempo una situazione di costante demansionamento, che molto spesso assume le forme del mobbing con aspirazioni di carriera spesso frustrate e con l'Asl che risponde spiegando che non si può andare avanti con gli automatismi. Ci dicono che abbiamo gli scatti biennali, che nel resto d'Italia non ci sono. Si ma noi lavoriamo anche 40 ore settimanali (34 nel resto di Italia), abbiamo la difficoltà del bilinguismo e la barriera della proporzionale».

Sindacati divisi

Il sindacato Bsk-Aaroi non condivide la battaglia dell'Anaao e spiega che assegnare incarichi a tutti i medici (incarico iniziale, alta specialità di I livello, alta specialità di II livello, alta specialità di III livello, struttura semplice, struttura complessa), porta alla rinuncia degli scatti biennali. Contrario anche il Fassid che racchiude sindacati di psicologi, primari, radiologi, farmacisti. «É vero - chiude l'Anaao - il sindacato si è manifestato contrario ad assegnare incarichi a tutti i medici. E forse sarebbe bene che gli iscritti senza incarichi lo sapessero». Bonsante si augura una soluzione condivisa. «Spero - conclude - che gli altri sindacati ci seguano e comprendano il vero significato della carriera professionale e che nulla ha a che fare con gli scatti biennali».













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