Alperia, 25 milioni e 3 anni per la nuova sede 

L’edificio in via Scuderie. Al vaglio, per le verifiche di legge, i dieci progetti selezionati La relazione in consiglio comunale: «Dividendi in crescita, a Merano spettano 5 milioni»


Sara Martinello


Merano. Il nuovo edificio di Alperia prende forma. Costerà 25 milioni di euro, una cifra autofinanziata attraverso la vendita di immobili a Merano e a Bolzano, darà lavoro a 350 persone e sarà ultimato nel 2022, col trasferimento del personale nella nuova sede di via Scuderie, destinata a prendere il posto dell’attuale struttura di via Laurin. Sede che svetterà sopra le polemiche sorte in seguito all’approvazione, nell’aprile del 2018, di una variazione al Puc, il via libera definitivo alla costruzione di un edificio alto fino a 22 metri. Nel frattempo, durante la seduta di martedì il consiglio comunale ha dato il suo beneplacito a modifiche alla tavola di zonizzazione e alle norme di attuazione, tra le quali l’introduzione di una zona per la produzione di energia termica e elettrica in via Nazionale. Vale a dire la nuova centrale a biomasse di Alperia in zona Rabbiosi, che sarà in funzione per sei mesi l’anno, con un passaggio medio di 3-4 tir al giorno.

Il bilancio di sostenibilità.

Ad annunciare al consiglio comunale che presto l’edificio sarà costruito e a illustrare il bilancio di sostenibilità del 2018, mercoledì sera, è intervenuta una delegazione di dirigenti di Alperia. Il presidente del consiglio di gestione Wolfram Sparber, il presidente del consiglio di sorveglianza Mauro Marchi, Maurizio Peluso e Helmuth Moroder del consiglio di sorveglianza, il vicedirettore generale Paolo Acuti e l’ingegner Sergio Marchiori (Business Unit Smart Region). «Tutti uomini», osserva la presidente del consiglio Francesca Schir. E non è la sola nell’aula ad averlo notato, se i sei dirigenti aprono una parentesi spiegando come il 33% dei membri societari appartenga «al mondo femminile», dicono così. «È un obiettivo perseguito in fase di fusione. Potevamo fare di meglio, e lo faremo». Quindi, il bilancio di sostenibilità 2018 della società. Spicca l’incremento dei dividendi, aumentati del 58% in tre anni: dai 15,2 milioni del 2016 si è passati nel 2018 a 24 milioni di euro, dei quali a Merano spetta il 21%, cioè 5,04 milioni. Fatturato complessivo di 1,3 miliardi di euro, contro l’1,1 del 2017. Tra i dati più rilevanti, un 60% di contratti con fornitori locali e un 70% di linee elettriche poste sottoterra. Una produzione idroelettrica aumentata del 20% in un anno, un indice Pun (prezzo unico nazionale) incrementato del 14% rispetto al 2017, con un valore che nel 2018 ha raggiunto i 61 euro. Resta la necessità di crescere sotto il profilo della gestione del rischio industriale, aumentando la presenza di forze umane e percettori elettronici.

La nuova sede di via Scuderie.

Per la progettazione della nuova sede meranese è stato fatto un bando di progettazione internazionale. La commissione giudicatrice ha discusso dei risultati fino allo scorso gennaio, quando ha selezionato i primi dieci progetti, stilando una graduatoria provvisoria. Al momento sono in corso le verifiche di legge. Il bando di gara per la costruzione dell’immobile sarà indetto nella primavera del 2020, e per il 2022 è prevista l’ultimazione dei lavori. Ci saranno trasferite 350 persone delle branch unit “Reti, vendita e trading” e “Smart Region”.

Cambia il panorama.

Il terreno a disposizione è quello dell’ex segheria Haller, una superficie che sfiora i diecimila metri quadrati e che da almeno una decina d’anni è inutilizzato. Nove anni fa l’allora Azienda energetica, l’Azienda dei servizi municipalizzati e il Cantiere comunale avevano progettato di riunirsi in via Scuderie sotto un unico tetto, ma poi i costi faraonici del progetto avevano portato sia il cantiere sia Asm a lasciar perdere. Fino all’anno scorso, l’ex segheria Haller nel piano urbanistico era classificata come zona per attrezzature collettive, amministrazione e servizi con un indice di cubatura di 7,5 metri cubi per metro quadro. 10 mila metri di terreno penalizzati dalle norme allora in vigore, in quanto il Puc consentiva di costruire fino a un’altezza massima di dodici metri e mezzo. Di qui la decisione della giunta, poi varata dal consiglio comunale, di raddoppiare l’altezza alla quale potrà giungere la nuova costruzione, arrivando a 22 metri, praticamente sette piani di palazzo. Sarà da vedere, ora, quale sarà il progetto vincitore del bando, e come lo accoglieranno i residenti della zona.













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