Casa Montelbon, battuto il Comune di Parcines  

La sentenza del Tar. La giunta voleva esercitare la prelazione su un modesto alloggio di famiglia Il tribunale mette fine alla disputa. La proprietaria: «Attenti, anche altri hanno subito ingiustizie»


Sara Martinello


Parcines. Davide e Golia. Dopo tanto penare, dopo aver perfino fondato un movimento di “resilienza artistica”, Margit Nischler e la sua famiglia possono finalmente tornare a godersi in tranquillità Casa Montelbon, l’appartamento sul quale a inizio 2019 il Comune di Parcines aveva deliberato di esercitare il diritto di prelazione, acquistandone la metà per la modica cifra di 35 mila euro.

Passati i canonici sei mesi dalla sentenza del Tribunale regionale di giustizia amministrativa di Bolzano a favore di Nischler, lei e i suoi cari tirano un sospiro di sollievo. Ma mettono in guardia rispetto a una situazione che potrebbe coinvolgere molte persone. «Anche se vincere al Tar ci ha procurato tanta gioia – commenta infatti Nischler –, questa sentenza non è altro che una soluzione giuridica che però non risolve l’ingiustizia di fondo. Rimane il fatto che un Comune si è permesso di utilizzare i soldi dei contribuenti per zittire e intimidire un cittadino, e non vi è Tar che possa risolvere questa cosa».

Un passo indietro.

La vicenda prende le mosse dalla delibera del 5 febbraio 2019 con la quale il consiglio comunale di parcines (11 sì, 3 no e 2 astensioni) accoglie la delibera di giunta tesa all’acquisto di metà del piccolo, modesto appartamento appartenente da generazioni alla famiglia di margit nischler. sul complesso – chiamato “casa montelbon” – di cui l’appartamento è parte c’è un vincolo di tutela soprattutto per la presenza di un affresco di una madonna del soccorso sulla facciata e di un arco medievale a tutto sesto, in pietra, posto sul retro. parti che però non rientrano nel contratto d’acquisto per diritto di prelazione. la motivazione della giunta risiederebbe in una dignità di tutela per l’immobile nel suo complesso, tutela maggiormente garantita – sempre secondo il comune – dall’acquisto, con “una migliore valorizzazione e fruizione del pregio artistico nell’interesse comune, nonché dell’accessibilità”.

La giustizia.

Margit nischler non ci sta. decide di adire le vie legali. nel frattempo la famiglia dà visibilità a quanto sta succedendo e fonda il “movimento di resilienza artistica casa montelbon”, aprendo l’appartamento ai visitatori che vogliano scoprire i mirabilia di una proprietà tanto desiderata dal comune. dietro l’aria ironica, un’amarezza di fondo che si fa sempre più forte.

Ci vorrà la sentenza definitiva del tar per mettere fine al contenzioso. il tribunale infatti annulla le deliberazioni della giunta e del consiglio comunale, ordina la cancellazione dell’eventuale intavolazione del diritto di proprietà e condanna comune e provincia (costituitasi in giudizio insieme all’ente locale) a rifondere delle spese di lite margit nischler, rappresentata e difesa dagli avvocati giuseppe sbisà e peter paul brugger. la motivazione addotta nella delibera di giunta infatti “non soddisfa il prescritto onere motivazionale” circa la rilevanza dell’acquisto del bene “ai fini della funzione pubblica che questo deve svolgere nell’ottica dell’interesse pubblico storico-ambientale”. «non ha favorito il comune –, riferiscono da casa montelbon – nemmeno il fatto che dei diretti interessati in tribunale non si sia presentato nessuno».

Amarezza di fondo.

Casa Montelbon è salva. Margit Nischler però lancia un avvertimento: «Abbiamo saputo che non siamo gli unici ad aver subito tale trattamento. Solo quest’ultima giunta Svp è stata coinvolta in una dozzina di cause spendendo migliaia di euro per andare contro i propri concittadini. Il movimento di resilienza artistica di Casa Montelbon è un modo di dire “basta” a una politica sorda alle esigenze dei cittadini, nella speranza che insieme riusciamo a richiamare l’attenzione di tutti sull’importanza di una politica comunale responsabile e trasparente. Caratteristica, questa, che purtroppo negli ultimi anni a Parcines è venuta a mancare completamente. A noi piace sperare che prima o poi, magari già a settembre, ci sarà un’alternativa valida anche a Parcines, e che saremo gli ultimi ad aver subito gli abusi e le ingiustizie di chi ci governa. Ora ci impegneremo per aiutare chi non ha voce in situazioni analoghe alla nostra».













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