Degrado e occupazione abusiva Quarazze, ex scuola sgomberata 

L’operazione della polizia locale. Intervento ieri mattina nell’edificio di via Laurin abitato da alcune persone Identificato un giovane sul quale pende un decreto di espulsione. Piras: «Situazioni che comportano rischi per la sicurezza»


Simone Facchini


Merano. Abbandonata e dimenticata in quel lembo di periferia prima di Quarazze circondato dai campi, la palazzina che un tempo ospitava la scuola della frazione era tornata rifugio di occupanti abusivi. Fino a ieri mattina, quando un intervento della polizia locale ha aperto le operazioni di sgombero e bonifica. Non il primo.

Un giovane magrebino si trovava all’interno della casa in quel momento. Condotto alla centrale in municipio, è stato identificato. Su di lui pende un provvedimento di espulsione. Ma dietro alle porte dell’ex scuola le tracce riconducono a una manciata di inquilini stabili in condizioni di profonda precarietà. Un ossimoro che fotografa esistenze ai margini della società.

Sicurezza.

«Oltre all’attività istituzionale, è costante il monitoraggio delle situazioni di degrado con particolare attenzione agli stabili, pubblici e privati, occupati abusivamente o nei confronti di altri insediamenti irregolari» spiega Fabrizio Piras, comandante della polizia municipale. «Il controllo si è intensificato con l’introduzione degli agenti di quartiere, squadra che si concentra sulla perlustrazione dei rioni e delle zone periferiche». Circostanze come quella di via Laurin impongono di intervenire per far rispettare le regole e il decoro ma il ragionamento del comandante è a più largo raggio, «al di là dell’aspetto igienico-sanitario c’è quello della sicurezza. La precarietà di questi alloggi e del loro utilizzo è un fattore di rischio per l’incolumità delle stesse persone che li abitano e allo stesso tempo per la sicurezza dell’area dove sorge l’edificio occupato».

Agli agenti della polizia locale - erano presenti anche i carabinieri - è bastata una perlustrazione superficiale nell’ex scuola di Quarazze, proprietà del Comune, per trovare sponda alle parole di Piras, a partire dagli approssimativi allacciamenti al quadro elettrico nel seminterrato che attraverso dei cavi penzolanti portano la corrente ai piani superiori per alimentare piastre e stufette. Poi, anche se magari non è questo il caso, spesso in situazioni analoghe per combattere il freddo o per cucinare vengono accesi fuochi. Con tutti il corredo di pericoli che ne deriva.

Il resto è la cronaca raccontata in altri sgomberi. Stanze dove s’ammassano rifiuti di ogni genere, materiali di scarto, giacigli improvvisati, sudiciume ovunque. Quindi un lungo lavoro degli addetti della Municipalizzata per bonificare gli spazi. Gli operai del Cantiere municipale chiamati a blindare gli accessi.

Sacche di emarginazione.

Prima la dependance e ultimamente il complesso principale di Castel Winkel, disabitati; il rudere di via Armonia presso via Matteotti; in altri momenti l’ex deposito militare presso la latteria in via Roma o l’ex dopolavoro presso il parco della stazione. E ancora la “favela” sotto il viadotto MeBo lungo l’Adige presso la stazione di Maia Bassa. Tutti prima o dopo, alcuni ciclicamente, sottoposti a sgomberi e bonifiche. Il più recente sotto le rampe di uscita dal tunnel in via Mainardo in direzione centro, dove in alcuni anfratti erano stati ricavati ricoveri di senzatetto. La risposta delle forze dell’ordine torna altrettanto ciclicamente a smascherare situazioni in cui emarginazione, povertà e microcriminalità mettono a nudo carenze strutturali del sistema normativo e d’accoglienza.















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