I pediatri: «Anche i più giovani decisivi nella lotta al virus» 

La pandemia. Zanella: «Ai “No Vax” dico che i rarissimi effetti collaterali sono del tutto trascurabili rispetto  all'enorme beneficio per la comunità». Marchi: «I pazienti timorosi dei contatti con il medico di base, se non vaccinato» 


Jimmy Milanese


Merano. «Ci appelliamo al senso di responsabilità etico e deontologico di tutti gli operatori altoatesini dei comparti sanitari affinché effettuino quanto prima il vaccino contro la diffusione del Covid». È questo il messaggio lanciato da alcuni medici di Medicina Generale di Merano, ora che il vaccino è arrivato. Un appello, spiega il dottor Fabio Zanella, medico di base con specializzazione in pediatria, che l'ordine dei pediatri altoatesini è pronto a lanciare in via ufficiale nei prossimi giorni. Sono circa una settantina i pediatri in Alto Adige, dei quali una quindicina operano nel comprensorio sanitario meranese. «Ai “No Vax” che contestano in generale i vaccini vorrei dire che nel corso dei miei trent'anni di esperienza professionale ho visto migliaia di bambini vaccinati secondo le norme in vigore e i pochissimi effetti collaterali riscontrati in rarissimi casi sono del tutto trascurabili rispetto all'enorme beneficio per l'intera comunità», sottolinea Zanella il quale è stato colpito dal Covid e per questo è costretto ad attendere tre mesi prima di potersi vaccinare lui stesso.

I timori.

«Ogni giorno in ambulatorio arrivano genitori che si aspettano di trovare un medico vaccinato contro il Covid. Quello che abbiamo notato in questi mesi è un aumento della paura da parte delle persone ad instaurare contatti interpersonali con il medico di base, se non vaccinato», spiega la dottoressa Daniela Marchi, anche lei pediatra che subito ha accettato di vaccinarsi contro il Covid.

Quindi, a parlare sono medici pediatri abituati a visite di prossimità nelle quali il contatto stretto con i bambini aumenta il pericolo della trasmissione del virus. «Anche i bambini possono rimanere contagiati dal Covid, con la differenza che le manifestazioni di solito sfuggono alla diagnosi perché i più piccoli non sono in grado di comunicare, ad esempio, la perdita dell'olfatto. In diversi casi anche ai bambini si rende necessario effettuare il tampone e non è mai facile, visto che in alcuni casi - come per l'assunzione di altri farmaci – arrivano i pianti o si rende necessario tenerli fermi», spiega Zanella, ricordando come anche gli under 16 possano veicolare il virus inconsciamente. «Ai ragazzi e ai loro genitori ogni giorno spieghiamo l'importanza delle misure di distanziamento, chiedendo di indossare regolarmente le mascherine per il loro bene e per quello dei loro cari», sottolineano i due pediatri.

Risposte agli scettici.

Tutti argomenti che dovrebbero indurre gli operatori sanitari e la popolazione in genere ad invocare quanto prima la vaccinazione di massa, spiegano i due medici per i quali il tema è pane quotidiano. «Serve a tutelare tanto gli adulti quanto i più piccoli, oltre a contribuire in modo definitivo al debellamento di questo virus che sta causando non solo morti ma anche un’infinità di problemi economici», aggiunge Marchi.

«Abbiamo inventato il vaccino antinfluenzale che personalmente faccio da 20 anni e che tutti dovrebbero fare, ora è arrivato il vaccino contro il Covid. Vorrei ricordare che a 3 mesi i bambini effettuano la vaccinazione esavalente e a 14 arrivano altri quattro vaccini», precisa Zanella. In altre parole, è anche grazie a questa conquista della scienza se la speranza di vita è cresciuta di molto negli ultimi decenni. «Non vediamo alcun motivo valido per sottrarsi a questo vaccino», sintetizzano i due professionisti che ogni giorno si confrontano con pazienti scettici. «Ci parliamo, sul tavolo abbiamo due tabelle che spiegano cosa significhi la vaccinazione, poi ci sono gli irriducibili impossibili da convincere, ma noi ci proviamo ugualmente».













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