Merano

I saldi per rimanere a galla, ma c’è l’incubo delle chiusure 

Sul volume di affari post-natalizio diverse versioni fra i negozianti: c’è chi respira e chi continua a soffrire Unanime la preoccupazione sulle decisioni delle autorità. «Possiamo aprire? Dobbiamo chiudere? Serve chiarezza»


Ezio Danieli


MERANO. Partiti i saldi invernali da pochi giorni anche nella nostra città. Finora, a giudizio dei commercianti interpellati, il volume degli affari è buono, pur con diverse sfumature. Buono non è certo come il clima di profonda incertezza connesso alle restrizioni dovute alla pandemia in atto. A infastidire i negozianti è soprattutto lo scollamento decisionale fra Stato e Provincia.

Zone e colori.

Per ora l'Alto Adige continua a seguire le regole da zona gialla. Ma l'incubo di finire ancora in zona rossa, quindi con la chiusura anche dei negozi, è sempre dietro l'angolo e rischia di gettare nel panico tutti i negozianti già duramente colpiti dalle restrizioni per la pandemia in atto.

La crisi economica legata al Covid-19 già nei mesi scorsi ha di fatto obbligato molte attività commerciali ad effettuare vendite promozionali, sconti eccezionali, approfittando anche della riapertura dei negozi nelle settimane in arancione a giallo. Una spada di Damocle costantemente sulla testa, quella delle aperture-chiusure decise a breve termine.

Le voci dei negozianti.

I commercianti quindi temono una stagione dei saldi invernali particolarmente sottotono. L'inizio del periodo delle svendite, partito una settimana dopo per decisione della Provincia che ha accolto la proposta in tal senso delle associazioni di categoria, è stato lusinghiero. Lo conferma Aris Deflorian del negozio Snackerwordl di via Galilei e fiduciario locale della Confesercenti per il commercio fisso.

«La gente ha ripreso la voglia di fare acquisti dopo il periodo di Natale compromesso a causa della chiusura di quasi tutti i negozi. Questo è positivo ed in effetti i risultati sono incoraggianti. Le vendite sono sostanzialmente buone, almeno nel mio settore. La chiusura per Natale è stato un grosso colpo per noi e per la clientela. Ora la situazione resta appesa al filo della speranza che gli effetti della pandemia si possano attenuare. Richiudere sarebbe un guaio grosso. Bisognerebbe che ci fosse un po' di chiarezza in più nelle decisioni: è impossibile lavorare in queste condizioni di assoluta incertezza sul futuro, anche immediato, nostro e della clientela».

Troppi interrogativi.

Anche da Désirée, negozio di biancheria intima in galleria Ariston, i clienti non sono mancati in questi primi giorni delle svendite invernali. Dice la titolare Ulrike Santer: «Per ora è andata bene. Dopo il periodo natalizio la situazione sta andando discretamente. La gente è tornata a fare gli acquisti e questo è positivo. Resta però la grave situazione di mancanza di chiarezza sui provvedimenti per la gestione della pandemia nel nostro settore. Quanto durerà la zona gialla? E se poi dovesse subentrare quella rossa con un'ulteriore chiusura? Io credo che c'è grande confusione in merito ai vari provvedimenti e per noi commercianti è molto difficile lavorare in queste condizioni».

Le preoccupazioni.

Alla boutique Divina sotto i Portici il titolare Antonio Sardu dice, senza mezzi termini, che «la situazione non va bene. Dopo il periodo di chiusura per Natale confidavo in una ripresa del lavoro. Invece gli affari decollano. Questo tiramolla fra Stato e Provincia sul colore delle zone non ci favorisce. Sarebbe stato meglio una decisione univoca con i ristori per chi non ha potuto lavorare. Invece no: s'è preferito una scelta che non condivido. Come si fa ad aprire una settimana e poi chiudere quella successiva? Per i commercianti poi il problema è anche un altro: come si fa ad ordinare della merce, pagarla e poi tenerla in magazzino?».

Più chiarezza.

Perplessità in merito alle disposizioni in atto vengono espresse anche da Anita Cassin, titolare di Intimissimi uomo, e dalla sua commessa Anna Guidotti: «I saldi stanno registrando una buona affluenza, e di questo siamo contente. Mi preoccupa invece il fatto che si continui a navigare a vista visto e considerato che si potrebbe anche richiudere fra pochi giorni. C'è bisogno di maggiore chiarezza nelle disposizioni anti Covid-19. Per noi soprattutto e anche per i clienti che così si possono anche disabituare a venire in negozio per acquistare qualcosa».

 













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