Il bus del futuro sceglie Merano 

Innovazione e tutela ambientale. Parte la sperimentazione di Navya, il veicolo elettrico “onnisciente” che non ha bisogno dell’autista Alfreider: «La sfida è diventare la regione alpina con la migliore offerta in tema di mobilità sostenibile, implementando il servizio pubblico»


Sara Martinello


Merano. Il futuro arriva a Merano senza autista, col suo carico di tecnologia che nell’interazione tra innovazione e salvaguardia ambientale trova il punto di partenza per una nuova concezione della mobilità. Un occhio in cielo tra i 17 satelliti che lo monitorano e mille al paesaggio urbano, il piccolo bus a guida autonoma Navya fino a domenica primo dicembre sarà sulla Wandelhalle a disposizione di scettici e curiosi per dare un saggio di ciò che ci aspetta e che in 25 paesi nel mondo è già una realtà. A volte integrata nell’offerta cittadina, come nella svizzera Sion. Nel frattempo, solo nella giornata di ieri sono state oltre 700 le persone che hanno voluto provare la mobilità del futuro. E in tutta Europa nell’ultimo anno sono stati 500 mila i passeggeri di Navya, sul quale si viaggia gratuitamente.

Merano apripista nazionale.

Una quantità di taccuini e microfoni inusuale per Merano, ieri, alla conferenza stampa di inaugurazione della settimana di sperimentazione di Navya, il piccolo bus elettrico a propulsione autonoma fornito dall’omonima azienda francese insieme al partner italiano i-Mobility Garage. Costi pari a zero per il Comune grazie al progetto Mentor, finanziato con 1,5 milioni di euro dal programma di cooperazione europea Interreg Italia-Svizzera. Partner, il Comune elvetico di Brig-Lis, il Noi Techpark, Sasa e PostAuto. Tra le applicazioni più immediate del progetto Mentor ci sono il car pooling e il bike sharing, già attivi in città, ma è il bus a guida autonoma l’innovazione più curiosa. Tanto che la sperimentazione cade proprio in corrispondenza con l’apertura del mercatino di Natale, con una probabile ricaduta d’immagine positiva agli occhi dei visitatori. Ma perché proprio a Merano? «Per la lungimiranza dell’amministrazione – risponde Roberto Maldacea, direttore di i-Mobility Garage –, capace di coniugare la ricerca dell’innovazione con la tutela del territorio e dell’ambiente».

Tutti a bordo.

A guardarlo dall’esterno, Navya sembra un ibrido tra un pulmino Volkswagen degli anni Sessanta e una navicella spaziale. Compatto, con ampi finestrini e una rampa per le carrozzine che si estrae autonomamente qualora il bus riconosca il viso di una persona con disabilità. Si parte: raggiunta la catenella che chiude il breve percorso dedicato alla stampa, ecco che si arresta e “avverte” l’oggetto della propria presenza. Sul tragitto di ritorno un nuovo ostacolo, una pianta che da un giardino sporge sulla Wandelhalle. Navya rallenta con grande anticipo, nota che la siepe non è in movimento, la aggira senza troppo clamore e torna al punto di partenza. Chiaro, a bordo c’è Maldacea a fare da primo “operatore” meranese e a fornire informazioni a noi passeggeri. Un operatore sarà presente tutta la settimana: qualcuno lo vedrà come una “sicurezza” umana, ma in realtà la sicurezza la dà proprio la tecnologia.

Il futuro è ecologico.

«Non sarà la panacea di tutti i mali dell’ambiente, ma intanto ci dà modo di aprirci a una nuova concezione della mobilità, ecologica, pulita e non impattante – dichiara il sindaco Paul Rösch –. Mezzi piccoli a trazione elettrica sono previsti dal Put: in futuro potremmo vederne girare uno in corso Libertà, oppure sotto i portici». Così l’assessora Madeleine Rohrer: «Una mobilità di condivisione che si adegui ai bisogni individuali è una chiave per combattere l’emergenza climatica. L’importante per ora è dare modo ai cittadini di sperimentare le nuove tecnologie e di poter poi esercitare una scelta».

A sentire Hubert Hofer (Noi Techpark), l’intera provincia è destinata a diventare un laboratorio per la mobilità sostenibile. Una sfida ardua, considerato che l’85% del territorio supera la quota dei mille metri d’altitudine. «Vogliamo diventare la regione alpina con la miglior offerta nell’ambito della mobilità sostenibile – interviene Daniel Alfreider, assessore provinciale competente –. Stiamo facendo il possibile perché l’automobile diventi la terza, la quarta opzione, implementando un servizio pubblico che sia ecologico, pulito, silenzioso».













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