Il ritorno dell’idrovora contro il rischio falda 

Sinigo. Tra le ipotesi di intervento prevale la variante che prevede il ripristino della funzionalità del canale Corridoni, adeguamenti ai vecchi collettori e nuove infrastrutture: serviranno milioni


Jimmy Milanese


Merano. Il piano di mitigazione del rischio falde a Sinigo ora è ufficiale. All’incontro pubblico di presentazione ai residenti, alla presenza dell'assessora Madeleine Rohrer e del sindaco Paul Rösch, i tecnici della ditta Patscheider Partner e il geologo Ambrogio Dessì hanno spiegato quali sono le loro misure possibili al fine di tentare di risolvere l'annoso problema dell'innalzamento ciclico della falda che riversa acqua nelle case dei sinighesi. «Ci sono volute una cinquantina di riunioni sul tema fper arrivare a una visione complessiva del problema e trovarci qui questa sera con un piano d'azione che impegnerà il Comune per i prossimi anni», ha spiegato Rohrer.

Varianti.

Tre sono le ipotesi di intervento presentate dagli ingegneri Ronald Patscheider e Corrado Lucarelli. Tra queste, la variante A è stata giudicata come la più adeguata ed efficiente a ripristinare una situazione di controllo delle acque che corrono sotto l'abitato di Sinigo.

Acqua che proviene dal monte, e si concentra nella parte nord di Sinigo; acqua che proviene dal fiume Adige e si espande per la zona di via Fermi dove saranno necessari ancora degli studi per capire come intervenire. Infine, acqua piovana che crea i maggiori problemi nella zona di Piazza Vittorio Veneto.

Nella proposta di intervento si specifica la necessità di ripristinare la funzionalità del canale Corridoni, per troppi anni vittima di lavori che ne hanno limitato la capacità drenante da 3,5 m3/secondo agli attuali 2,5.

L’idrovora.

Quindi, è previsto il ritorno in funzione dell’idrovora che nella zona del laghetto di Sinigo dovrebbe vedere confluire tutte le acque accumulate e convogliate dai canali storici costruiti in epoca di bonifica, i quali nel progetto andranno riaperti. Perché una delle conclusioni cruciali dello studio di fattibilità è proprio quella di avere definito come a cavallo tra le due guerre l'opera di bonifica attraverso un reticolato di canali svolgesse perfettamente le funzioni per le quali era stata creata.

Quindi ora, con l'impegno di adeguamento di 3000 metri di canali esistenti, l'apertura di nuovi canali per 1850 metri e l'adeguamento di 1350 metri di tubazioni, oltre all'aggiunta di ulteriori 400 metri, il problema della falda di Sinigo dovrebbe potere essere risolto, con la speranza di calmierare le fluttuazioni del livello dell'acqua a un massimo di 0.75 metri, rispetto agli attuali 1,5.

Tamponi

Nel frattempo, visti i tempi lunghi per la realizzazione di un'opera che andrà a costare diversi milioni di euro, sono stati stanziati 60.000 euro per interventi urgenti che dovrebbero comunque tamponare provvisoriamente i danni provocati dall'innalzamento del livello della falda.













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