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Includio «forma» i disabili per il mondo del lavoro

Coinvolti nel progetto 10 giovani tra i 14 e i 21 anni. Si è partiti con i fondi dell’8 per mille della Chiesa cattolica, ora si ragiona sul lungo periodo


Massimiliano Bona


MERANO. La città del Passirio da un paio di anni è diventata un modello anche in termini di inclusione dei ragazzi disabili che al termine della scuola, spesso, faticano a trovare un’occupazione stabile. Un lavoro, spesso, è in grado di aumentare l’autostima e facilitare l’inserimento nel tessuto sociale. La best practice da imitare, grazie anche all’impegno di Caritas, è «Includio», progetto pilota che piano piano sta diventando una bella realtà consolidata.

«Dobbiamo iniziare a vedere nelle persone con disabilità un talento, una competenza su cui investire», a sottolinearlo è stata proprio nei giorni scorsi anche Alessandra Locatelli, ministro per le Disabilità, che apprezzerebbe sicuramente il modello meranese. Il progetto pilota. A Merano, la Caritas gestisce “Includio”. «Seguiamo 10 giovani con disabilità nel passaggio dalla scuola al mondo del lavoro. Il progetto si è dimostrato valido e la richiesta è ampia. Ora cerchiamo di finanziarlo sul lungo periodo», spiega la direttrice della Caritas Beatrix Mairhofer. «Nel passaggio dalla scuola al mondo del lavoro si apre spesso un vuoto per le persone con disabilità e, quasi sempre, l’unica alternativa è restare a casa. Questo mette in difficoltà sia i giovani stessi che i familiari. Questi ultimi devono conciliare il tempo di cura con esigenze di lavoro. Questi giovani avrebbero invece bisogno di un luogo in cui essere accompagnati e sostenuti adeguatamente».

Il nodo finanziamento: si è partiti con l’8 per mille della Chiesa. Per colmare questa lacuna è stato lanciato Includio, grazie al sostegno finanziario dei fondi dell’8 per mille della Chiesa cattolica», spiega Mairhofer. «Si trattava di un progetto pilota, ma la richiesta è così ampia, con domande da tutto il territorio, che vorremmo farlo crescere. Tuttavia c’è bisogno di una solida base finanziaria». Per questo sono in corso colloqui a tutti i livelli. La sede in via Winkel. Il servizio ospitato in via Winkel 12, è frequentato da 10 giovani di età compresa tra i 14 e i 21 anni. «Hanno un certo grado d’indipendenza e sono in attesa di iniziare al più presto un tirocinio presso un datore di lavoro. Noi li prepariamo a questo momento, esaminando e scoprendo insieme, quali sono le loro preferenze e i punti deboli, in modo che possano decidere da soli dove vorrebbero fare il loro stage, senza essere assegnati a un posto che non li soddisfa affatto.

Per esercitarli, organizziamo colloqui di lavoro e stage di prova», racconta Katherine Rydberg, responsabile di Includio, a proposito delle attività svolte dal servizio. «In questo modo rafforziamo anche l’autostima e le competenze sociali e personali di questi ragazzi e ragazze. Solo dando loro l’opportunità di scegliere liberamente il proprio compito e di partecipare attivamente alla vita lavorativa, senza affidarsi al sistema di sostegno come unica alternativa, si realizza una vera inclusione dei giovani con disabilità», ne è profondamente convinta Rydberg. Conclusa la fase di prova di 2 anni, la Caritas spera ora che Includio possa diventare un punto di riferimento permanente per i giovani con bisogni speciali che si affacciano a questa fase di transizione. «Le esperienze fatte nell’arco di questi due anni, hanno dimostrato che ce n'è assolutamente bisogno», sottolinea infine Mairhofer. ©RIPRODUZIONE RISERVATA













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