Inclusione dei non udenti «Merano in prima linea» 

Disabilità. Presentato un opuscolo che apre una finestra sul mondo delle persone sorde Previsti un corso per il personale comunale, proiezioni di film e la produzione di un video


Simone Facchini


Merano. Nuovo impegno di Merano per abbattere gli steccati. Questa volta il progetto inclusivo riguarda le persone non udenti. E le relazioni con loro in tutt’e due i sensi: aiutare i sordi a trovare ambienti che possano agevolarli e allo stesso tempo stimolare tutti a un approccio adeguato con chi non è in grado di sentire. Il programma è stato presentato in vista della Giornata della lingua dei segni, lunedì 23 settembre.

L’opuscolo.

Il primo passo è una brochure pubblicata in 1500 copie che verrà distribuita attraverso i canali istituzionali – biblioteca, mediateca, altri spazi comunali, scuole. Una ventina di pagine, intitolata “Il mondo delle persone sorde”, è una finestra aperta sulle abitudini della comunità dei non udenti e sulla loro cultura. Tra le altre cose, fornisce una serie di consigli pratici su come comportarsi con una persona sorda: per esempio esprimersi con frasi brevi e comprensibili, in modo chiaro e accantonando il dialetto, evitare di parlare masticando una gomma, cercare di far dialogare anche il proprio corpo.

L'opuscolo è stato ideato in collaborazione con il Centro di formazione e comunicazione KommBi di Innsbruck. Le informazioni di una loro pubblicazione sul tema sono state adeguate e integrate tenendo conto delle caratteristiche della realtà altoatesina.

Lingua dei segni.

«Siamo una piccola minoranza linguistica» ha spiegato Veronika Wellenzohn-Kiebacher nella lingua dei segni, tradotta da Helga Wallnöfer, durante la presentazione del programma. Assieme a Julia Gamper sono state l’interfaccia dell’amministrazione comunale per il progetto. «L’opuscolo è importante per sensibilizzare la gente sulla nostra condizione. Spiega come rapportarsi con noi. Sarebbe bello se più persone s’impegnassero a imparare la lingua dei segni – ha continuato Veronika Wellenzohn, insegnante della stessa – soprattutto nella rete sociosanitaria». E un appello: «Non chiamateci sordomuti. Non udiamo, ma comunichiamo, anche se in una lingua diversa». Per ora è stata incaricata di tenere un corso di formazione di una giornata per trasmettere al personale comunale le nozioni basilari sui modi di comunicare con le persone sorde.

«Riuscire a osservare il mondo anche dal punto di vista dei suoi simili è una facoltà caratteristica dell'essere umano» hanno commentato il sindaco Paul Rösch e l’assessore al sociale Stefan Frötscher, che con Heinrich Tischler, consigliere con incarico speciale per persone con disabilità, hanno seguito il progetto. «Più completa è l'esperienza che facciamo di ciò che ci circonda, meglio riusciamo a comprendere le altre persone. Il Comune vuole offrire a tutti la possibilità di conoscere un mondo particolare, un mondo che molti di noi solo a fatica riescono a immaginare: quello di chi vive senza poter contare sul senso dell'udito. Vogliamo continuare a dare il nostro contributo per risolvere le difficoltà che le persone sorde o con problemi di udito incontrano nella vita quotidiana. Con ulteriori progetti intendiamo sensibilizzare l'opinione pubblica ed eliminare le barriere nella comunicazione, in modo tale che i non udenti possano prendere parte più pienamente alla vita sociale della nostra comunità».

Film.

Il programma vivrà di altre iniziative. “Convivere con la sordità” è il tema della serata cinematografica di lunedì 23 settembre all’Ariston dove verranno proiettati due film: alle 18 "Ein Sommer in der Provence" e di Rose Bosch e alle 20 "La famiglia Belier" di Éric Lartigau. L’ingresso sarà libero. Nel frattempo «è in fase di realizzazione di un cortometraggio – ha anticipato Gamper – che darà continuità al progetto. Sarà pronto in autunno».

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