la vicenda

Insegnante in cerca di una casa fiuta il raggiro e denuncia 

Per la polizia il maestro di Merano è finito in un tentativo di truffa. L’immobile trovato fra gli annunci online. Il docente: «Mi ha risposto un donna all’estero, i primi dubbi con la storia dell’intermediaria che finisce all’ospedale»


Gianluca Marcolini


MERANO. Pericolo scampato, anche se per un soffio soltanto. Ha corso un bel rischio, l’insegnante delle scuole elementari di Merano che era alla ricerca di una casa in cui andare a vivere, in affitto, e che invece si è infilato in una situazione potenzialmente deleteria. Alla fine deve ringraziare il suo “fiuto” e la diffidenza che lo ha bloccato prima di arrivare al sodo: per la polizia postale, s’è trattato di un tentativo di truffa bello e buono.

Il fatto è avvenuto nei giorni scorsi. A raccontarlo è lo stesso malcapitato protagonista, presunta vittima del raggiro (presunta perché non si è concretizzato alcun reato, e non è stata presentata denuncia, anche se la Postale è al corrente di quanto è accaduto).

«Ero alla ricerca di un appartamento da prendere in affitto a Merano - spiega l’insegnante delle elementari - e mi sono imbattuto in un annuncio pubblicato su un sito online, così ho scritto all’indirizzo email. Mi ha risposto una donna, scrivendomi che era straniera e che si trovava all’estero ma che si affidava a un’amica meranese come intermediaria sul posto». L’annuncio riportava l’indirizzo dell’immobile, che è effettivamente esistente, con tanto di foto degli interni; un appartamento inserito in un contesto di multiresidenzialità.

Inizialmente tutto bene, la presunta padrona di casa fa sapere all’insegnante - sempre per email, la donna non fornisce mai un numero di telefono - non solo il prezzo di affitto ma anche che, grazie alla sua amica, c’è la possibilità di organizzare un sopralluogo prima della formalizzazione del contratto di affitto. Poi va un po’ in pressing sul maestro al quale, a quel punto, suona il primo campanello d’allarme. Che diventa un vero scampanellio quando, in una nuova email, la donna racconta che l’amica è finita in ospedale, causa incidente, e che ne avrà per diverso tempo impedendole, così, di intermediare nella trattativa. «Ho cercato la notizia di un incidente con vittima una donna - prosegue il maestro - ma senza esito, e questo mi ha insospettito, anche perché ancora non avevo avuto alcun contatto al di fuori delle email. La padrona di casa, ammesso che tale fosse, mi ha scritto che potevamo risolvere la situazione in questo modo: io le inviavo gli estremi di un mio documento d’identità, lei avrebbe stipulato un contratto registrandolo online sul sito dell’Agenzia delle entrate, poi avrebbe inviato le chiavi di casa. La cosa puzzava di bruciato, così le ho scritto che a quelle condizioni non si poteva fare e che era libera di trovare qualcun altro». Poi più nulla, comunicazioni interrotte.

Un paio di giorni dopo colpo di scena: l’insegnante chiede a un amico di fingersi interessato alla casa e alla sua richiesta arriva puntuale, in risposta, l’email della donna che ripete la manfrina, ovvero che vive all’estero e che si affiderà a un’amica meranese che le farà da intermediaria. Ma l’amica non era grave dopo un incidente e ricoverata in un letto di ospedale?

 













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