«Irricevibile il diktat della Volkspartei, i civici si smarchino»
Merano. Da Bologna, dove vive, l’ex sindaca (finora l’unica sindaca meranese) Claudia Chistè segue ancora le vicende della politica meranese. «Chi cerca di capire da lontano – scrive – ha l’impression...
Merano. Da Bologna, dove vive, l’ex sindaca (finora l’unica sindaca meranese) Claudia Chistè segue ancora le vicende della politica meranese. «Chi cerca di capire da lontano – scrive – ha l’impressione di assistere agli scontri che accompagnano la formazione della nazionale più che la giunta di una città. Devo ringraziare le sintesi potenti di Vanda Carbone (ex assessora, ndr) se sono riuscita a fare ordine in un groviglio scomposto di dichiarazioni contraddittorie e imbarazzanti. Si è aperta l’incognita di una maggioranza da costruire non tanto a suon di numeri, quanto di progetti e prospettive per una città che sembra chiusa in una bolla autoreferenziale ed è prigioniera della profonda crisi di identità della Svp».
Qui le considerazioni sull’ipotesi di esclusione di Madeleine Rohrer avanzata dalla Volkspartei: «Si è aperta una guerra di logoramento che, per bocca del partito già sconfitto al primo turno, ha subito messo in scena un paradossale rituale di assoggettamento, chiedendo come vittima sacrificale proprio l’assoluta vincitrice, Madeleine Rohrer. Un diktat che non conosce vergogna e che ha radici nella storia di un partito che ha sempre avuto il potere di dettare le leggi e regolare i rapporti ponendosi in rapporto verticista, mai costretto a confrontarsi alla pari e, soprattutto, a raccogliere l’adesione persuasa dei suoi elettori. Ma è chiaramente un’imposizione anacronistica, che si sforza inutilmente di mascherare la fragilità e la progressiva perdita di consenso. Diktat irricevibile, dunque, perché nessuna alleanza di governo può nascere sulla base di un ricatto. È davvero triste assistere alla parabola di una Svp, un tempo abile tessitrice di strategie, di solide alleanze e capace di progettualità di lungo periodo».
Prima di conoscere la risposta delle civiche al sindaco Paul Rösch, Chistè riservava un pensiero anche a loro: «Ma sarebbe ancora più triste pensare che le due civiche in campo non abbiano uno scatto di orgoglio, non sappiano svincolarsi da una politica di piccolo cabotaggio perdente, imposta dal fantasma di quella che fu la potente Svp. Quella delle liste civiche è da sempre un’esperienza molto importante, che ha contribuito a rivitalizzare la partecipazione dal basso, a rinsaldare legami sociali e a offrire prospettive più inclusive e condivise. È una prospettiva sempre aperta, duttile, pronta ad accogliere nuovi sviluppi e, anche in questo caso, si dovrebbe saper cogliere l’opportunità di scrivere una pagina nuova più coraggiosa, più adeguata ai tempi, per il futuro della città. So che ne fanno parte persone di valore e penso non siano disposte a farsi dettare la linea da chi sta perdendo il treno della storia, so che sono capaci di rappresentare la piena, libera autonomia della società civile e responsabile. So che amano Merano e capiscono che più dell’ipotesi del commissariamento a offendere la città è il disprezzo delle regole democratiche e della dignità».