La commissaria: «Partecipate ai test, è nell’interesse di tutti» 

Lo screening di massa. Anna Bruzzese ieri ha preso parte ai sopralluoghi degli allestimenti per la maxi-operazione Il Comune mette in campo un centinaio di dipendenti in ciascuna giornata. Tamponi in otto palestre, 46 le postazioni


Simone Facchini


Merano. «Invito i meranesi a partecipare, a cogliere l’occasione. Non è così scontata. Invito a sottoporsi al test non solo per il proprio interesse, ma per quello della collettività». La commissaria Anna Aida Bruzzese, chiamata a dirigere il Comune dopo il vuoto politico dovuto dal fallimento delle trattative per la formazione della giunta, lancia il messaggio durante il sopralluogo. Oltre all’ordinarietà - se tale la si può definire - di un commissariamento, deve fronteggiare l’emergenza sanitaria e in prima battuta l’organizzazione della maxi-operazione lanciata dalla Provincia.

Di corsa.

La compressione dei tempi organizzativi in pochi giorni è il moltiplicatore dello sforzo sostenuto dalla macchina organizzativa - coordinata in Comune dal comandante della polizia locale Fabrizio Piras - per predisporre lo screening di massa. Più gestibile nelle piccole Municipalità, ciascuna comunque chiamata a risolvere problemi logistici, ben più complessa nei centri maggiori. Da inizio settimana la task force comunale responsabile della predisposizione gira a mille per rispondere alla volontà della Provincia di testare fino al 67% della popolazione sopra i 5 anni. Da ieri mattina, sopralluoghi senza soluzione di continuità per verificare la congruità degli allestimenti negli otto presidi cittadini con le disposizioni atte a garantire la sicurezza delle procedure ed evitare, per quanto possibile, code e attese.

Alle 8 di questa mattina scocca l’ora X, l’inizio dei test rapidi antigenici che, raggiunta a livello provinciale una partecipazione sufficiente, dovrà consentire di interrompere la catena dei contagi isolando per dieci giorni coloro i quali risulteranno positivi.

Nelle otto palestre individuate in città saranno 46 le postazioni, nel gergo tecnico le “linee”, nelle quali saranno incanalati i meranesi. Fino a 26 mila persone, adeguando gli obiettivi provinciali alla realtà cittadina. Il tutto in tre giorni: oggi, domani e domenica, con il supporto delle farmacie e dei medici di base che parteciperanno all’iniziativa, fino a 72 ore dopo il termine dello screening nei presidi temporanei.

Un centinaio per ciascuna delle tre giornate i dipendenti comunali impegnati nell’operazione. Da più giorni le maestranze del cantiere municipale sono assorbite quasi totalmente da questo scopo. In prima linea c’è la polizia locale, che assieme ai pompieri dovrà gestire gli afflussi ai presidi nel weekend ma che già da qualche giorno sta dedicando ampie energie alle fasi preparatorie. I vigili del fuoco ieri hanno distribuito nei siti il materiale sanitario che servirà ad eseguire i test.

Un altro fronte è quello informatico, pure questo seguito dal Comune: ad ogni quattro linee corrisponde un Pc in grado di trasmettere i dati all’Azienda sanitaria e allo stesso tempo di comunicare il risultato a chi è stato sottoposto al test. Le procedure prevedono infatti che, fatto il tampone nasofaringeo, ci si allontani dalla struttura. Dell’esito del test si verrà informati entro un’ora attraverso una e-mail, all’indirizzo che si dovrà fornire compilando il modulo di accettazione: lo si può scaricare dal sito del Comune o da quello della Provincia, precompilarlo aiuterà a rendere più fluida l’operazione; per chi non può effettuare il download, il modulo sarà disponibile in loco.

Documenti da esibire.

Da non dimenticare: bisogna presentarsi muniti di documento d’identità e di tessera sanitaria.

Misure anti-contagio.

La commissaria evidenzia lo sforzo che coinvolge personale amministrativo e sanitario. Saranno tre giorni intensi. Al netto del test di massa, non sono in agenda restrizioni ulteriori disposte a livello comunale: «Per ora seguiamo le indicazioni contenute nelle ordinanze governative e provinciali».

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