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La nube all’ex Solland, gli esperti «Nessun pericolo per la salute» 

Fabbrica in dismissione. «La nuvola prodotta è un misto di polvere sospesa e di piccolissime quantità di triclorosilano residuo senza concentrazione di rischio». Smantellamento: il mercato del fotovoltaico potrebbe cambiare lo scenario 


Simone Facchini


MERANO. «Nessun pericolo per la salute della popolazione». Lo assicurano i responsabili della sicurezza, lo rilancia il sindaco Dario Dal Medico. La nube apparsa giovedì scorso sopra l’ex Solland, dove sono in corso i lavori di smantellamento dell’impianto, non deve destare preoccupazioni. Anche se chi l’ha vista, qualche domanda se l’è fatta. E le stesse autorità ammettono: faccio seguito al nostro intercorso telefonico per confermare, quale coordinatore per la sicurezza nominato per lo smontaggio progressivo dell’impianto, che «la nuvola prodotta (che si vede nel filmato, ndr) è un misto di polvere sospesa e delle piccolissime quantità di triclorosilano residuo in un tubo che non aveva concentrazione di rischio». All’interrogazione sull’accaduto presentata da Fratelli d’Italia in Provincia, corre parallela quella avanzata al Comune da parte del Pd (i dettagli nella scheda). Tutto sotto controllo, dunque? Il richiamo, più o meno diretto, è all’intervento dell’Appa - l’Agenzia provinciale per l’ambiente - per monitorare la situazione.

Ma nel frattempo, nel panorama dell’attuale crisi energetica, la domanda di silicio per la produzione di pannelli fotovoltaici è alle stelle. Perciò, anziché dismettere a Sinigo la porzione più recente degli impianti, quella della Solland Silicon, si starebbe pensando alla vendita. A dirlo, secondo quanto riporta la Rai Alto Adige, l'amministratore delegato dalla società Al Invest, attuale proprietaria dello stabilimento.

“Impianto vuoto

e bonificato”.

«Il sito ex Solland attualmente si trova in stato di “impianto vuoto e bonificato”. Questo sta a significare che è privo di sostanze chimiche pericolose in quantità da poter creare danni all’incolumità pubblica». Lo afferma Paolo Gasperi, coordinatore della sicurezza per lo smontaggio progressivo dell’ex Solland. Precisazione a cui fa riferimento il sindaco Dario Dal Medico. «È possibile che siano presenti microtracce di silani in chilometri di tubazioni presenti, ma tali quantitativi non possono sicuramente creare un danno come quello di cui si vocifera. Attualmente stiamo smantellando una parte di impianti presente dentro un reparto denominato “stoccaggi puri” dove oltre alle tubazioni e serbatoi che stiamo dismettendo, sono in corso operazioni di demolizione parziale di murature in cemento armato e a noi necessarie per poter accedere con le pinze e ruspe all’interno del fabbricato. Tale operazione sicuramente nei giorni scorsi ha creato strato di polvere volatile».

“Concentrazioni

non nocive per l’uomo”.

La nuvola prodotta a cui si riferisce il filmato (la foto è un frame dello stesso, ndr) «è un misto di polvere sospesa e appunto delle piccolissime quantità di triclorosilano residuo in un tubo che, come detto, non aveva concentrazione di rischio. Il triclorosilano è altamente reattivo con acqua e umidità e subito produce un effetto nuvola. Non per questo ha concentrazioni di pericolo per l’uomo. Tant’è che il personale presente non aveva dovuto indossare protezioni alle vie respiratorie perché non si richiedeva l’uso. Durante la giornata sono sempre presenti due operatori ex Solland e appartenenti alla squadra antincendio e altamente specializzati. Uno era anche capo turno emergenza. In fabbrica sono disponibili mezzi e attrezzature per fronteggiare le piccole eventuali emergenze dalle attività edili e di cantiere. In aggiunta sono presenti ditte specializzate per lo smontaggio impianto e che operano da oltre 1,5 anni in ex Solland con all’interno ulteriori addetti antincendio. Le attività di demolizione sono costantemente monitorate con la presenza sul posto di analizzatori gas (Altair Max multigas). Le attività sono supervisionate sia da parte di un ingegnere (ex capo ufficio tecnico Memc) con altissima esperienza in campo e anche dal sottoscritto (ex responsabile del Servizio di prevenzione e protezione Solland ) con aggiunta di collaboratori. Il sottoscritto era altresì a capo della bonifica che riguardava l’intero svuotamento delle sostanze chimiche dall’impianto».

 













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