Linea dura su piazza della Rena «È caccia ai responsabili» 

La manifestazione di sabato. La giunta è unanime sulla condanna di assembramenti e mascherine calate Stasera in consiglio l’intervento del comandante Piras e la votazione su un documento urgente dei Verdi


Sara Martinello


Merano. Che in piazza della Rena lo scorso pomeriggio si fossero radunati no-vax, gilet arancioni o semplici curiosi ha poca importanza. È l’assembramento di centinaia di persone ad aver scosso la città intera, ad aver stimolato lo sdegno dopo gli oltre 370 mila decessi nel mondo provocati dal coronavirus, dopo lo smembramento del tessuto sociale e lavorativo, dopo gli applausi dai balconi al personale sanitario messo in ginocchio dall’emergenza.

Riunitasi ieri mattina dopo il ponte del 2 giugno, la giunta, ignara del raduno fino a sabato pomeriggio, ora conferma di voler andare a fondo della vicenda. Stasera il consiglio comunale discuterà il da farsi ascoltando un intervento del comandante della polizia municipale Fabrizio Piras e mettendo ai voti un articolo 23 (una mozione urgente) preparata dai Verdi. Paul Rösch reitera l’annuncio diffuso domenica: «Faremo le opportune segnalazioni a chi di dovere. In giunta siamo tutti d’accordo rispetto all’irresponsabilità di mettere assieme 400 persone».

Il vicesindaco Andrea Rossi e la presidente del consiglio comunale Francesca Schir citano l’articolo 17 della Costituzione. Il diritto di manifestazione è sacrosanto, ma è limitato se intervengono motivi di sicurezza e incolumità pubblica. «Non servirebbe neanche rimarcarlo – dice Rossi – ma quel che è successo sabato ha significato una volontà di ignorare il tema del rischio, evidenziandolo ancora di più. Non siamo in una fase post-Covid, siamo ancora in una fase di gestione del rischio, anche a favore della ripresa sociale ed economica. Quel raduno è stato uno schiaffo per tutti, dalla sanità al sociale, dall’economia alla scuola e alla cultura. Di fronte a quel che è successo possiamo provare solo stupore e disapprovazione». Schir si aspetta che chi non ha rispettato le norme anticontagio sia individuato e sanzionato. «Le manifestazioni devono esserci, sono sancite dalla Costituzione. Ma si deve agire nel rispetto della legge, dei cittadini e degli enti che si stanno impegnando tanto per evitare un nuovo lockdown, ci si deve attenere alle prescrizioni date dal questore e previste dalla normativa». Sul fiorente dibattito sorto sui social negli ultimi giorni e che l’ha coinvolta in prima persona la consigliera ha una posizione netta. «Mi fanno terrore le persone che in base alla laurea su Facebook si esprimono su temi complessi anche per gli addetti ai lavori».

Una condanna durissima arriva dalla titolare degli assessorati più strettamente legati ai fatti di sabato scorso – attività economiche, licenze e manifestazioni, occupazione del suolo pubblico. «Non è in questo modo che riconquisteremo tutto ciò che è venuto a mancare in questo periodo di emergenza – così Gabriela Strohmer –. L’emergenza non è finita, e tutti, tutti hanno maggiori spese e maggiori oneri di lavoro. Manifestazioni del genere sono un pugno sullo stomaco a chi le regole le osserva, a chi si sforza per garantire la salute della popolazione, a chi affronta un carico maggiore nella cura dei bambini o ha passato mesi senza mai poter vedere i propri cari in casa di riposo. Posso ben immaginare che esercenti e commercianti siano arrabbiati. E tutti gli sforzi che stiamo facendo per garantire l’igienizzazione degli spazi pubblici o le attività estive per i bambini? Ora voglio vederci chiaro».













Altre notizie

Attualità