Medici di famiglia, nuova emergenza 

Alla cronica carenza si aggiunge la necessità di coprire i turni festivi: quattro incarichi per garantire continuità assistenziale


di Giuseppe Rossi


MERANO. A distanza di due mesi dal primo intervento nel settore dei medici di famiglia, il comprensorio sanitario è nuovamente costretto a derogare dalle disposizioni vigenti per uscire da una seconda situazione di crisi che sta complendo il territorio meranese.

Diciotto medici di medicina generale ai quali sono stati aggiunti due dottori provvisori non sono sufficienti a seguire tutta la popolazione dei potenziali pazienti della città di Merano, ma soprattutto non bastano per coprire anche le reperibilità durante i giorni festivi. Con una nota allarmata lo scorso 23 ottobre l'ufficio che fa capo al servizio di medicina di base del comprensorio sanitario ha comunicato alla direzione che sul territorio "non si trovano abbastanza medici di base convenzionati, disponibili a garantire i turni festivi".

La conseguenza è che l'Azienda sanitaria, almeno per quello che riguarda la città del Passirio "si trova - si legge nelle premesse della determina della direzione comprensoriale pubblicata pochi giorni fa - in una situazione di emergenza, ma nonostante questo il servizio va comunque garantito alla popolazione".

Con il provvedimento emesso dalla direttrice Irene Pechlaner i vertici della sanità locale hanno incaricato quattro dottori, terzi rispetto a quelli che già operano sul territorio come medici di base, per garantire la continuità assistenziale nelle giornate festive. Si tratta dei dottori Aldo Berti, Veronica Guerrato, Martino Morbini e Giuseppe Zezza. Il loro incarico, retribuito secondo le regole vigenti dentro l'Asl decorrerà dal prossimo dieci novembre e durerà fino a quando l'Azienda sanitaria non avrà provveduto a istituire quelle che in determina vengono chiamate "associazioni funzionali territoriali". Di cosa stiamo parlando? Si tratta di raggruppamenti di medici di base che dovranno attuare il nuovo modello di continuità assistenziale introdotto a livello nazionale. Le associazioni in sostanza raggruppano medici di famiglia che condividono in forma strutturata obiettivi e percorsi assistenziali.

Ogni associazione si dovrà occupare di un bacino d'utenza di 30 mila pazienti e coinvolge circa venti medici di medicina generale. Una foto, neppure a dirlo, che assomiglia alla città di Merano dove i medici di famiglia sono 18 più due provvisori nominati nei mesi scorsi per sostituire dottori andati in pensione e i pazienti non in età pediatrica superano i 30 mila abitanti.

Ma tornando ai numeri e ai venti medici in servizio a Merano bisogna dire che chi si rivolge al distretto di via Roma per scegliere per la prima volta o sostituire il proprio medico di famiglia continua a fare fatica a trovarne uno libero, ovvero che non abbia raggiunto la soglia massima dei pazienti consentita o quella che in nove si sono imposti con autolimitazione. E per un paziente residente a Merano recarsi a Scena o ad Avelengo per farsi visitare dal proprio medico è una scomodità che in pochi sono disposti ad accollarsi.













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