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Merano, concessioni edilizie al palo per colpa dei parcheggi

Vertice tra il sindaco e l’assessora provinciale Kuenzer. Dal Medico: «In caso di nuova destinazione d’uso bisogna garantire un tot di posti auto anche per chi già non li aveva prima. Un paradosso» 


Massimiliano Bona


MERANO. A volte gli iter burocratici per ottenere una concessione edilizia sono talmente farraginosi da scoraggiare anche potenziali investitori. Nel caso in questione a bloccare decine di concessioni edilizie nel Comune di Merano è un decreto del presidente della Provincia firmato nel 2020 che - in caso di cambio di destinazione d’uso - prevede l’obbligatorietà di un tot.di posti auto in base ai metri cubi presi in esame. Il fatto davvero paradossale è che spesso si tratta di attività che anche in passato non avevano posteggi anche perché ubicate nel cuore del centro.

Il tema è stato al centro di un colloquio urgente tra il sindaco di Merano Dario Dal Medico e l’assessora provinciale Maria Hochgruber Kuenzer. L’obiettivo è quello di cercare di sbloccare la situazione in un lasso di tempo ragionevolmente breve.

Sindaco, possiamo dire che le concessioni edilizie al palo per questo motivo sono decine?

Assolutamente sì. E per gli ambiti più disparati. Penso a un edificio sul Lungopassirio che deve diventare un bistrot, ad alcuni appartamenti pronti per essere trasformati in B&B ma anche alla trasformazione di locali da ufficio in residenziale. E via dicendo. Tra l’altro la Provincia chiede la disponibilità di tot posti auto, in base ai metri cubi, mentre in un’altra disposizione invita invece a fare il possibile per lasciare le auto lontane dal centro.

Una contraddizione evidente. Ma Merano, da sola, non potrebbe risolvere la situazione?

No, per farlo dovremmo cambiare il Masterplan ma ci vorrebbero 8-10 mesi. E non possiamo lasciare al palo così a lungo imprenditori che magari hanno già acquistato gli arredi e sono pronti a investire sul territorio.

C’è un modo per sbloccare l’impasse in un lasso di tempo ragionevolmente breve?

Ne abbiamo parlato, faccia a faccia, con l’assessora Kuenzer che in modo molto cortese ci ha spiegato che anche altri Comuni avevano sollevato la stessa problematica. Noi, peraltro, non ci siamo limitati a porre la questione ma abbiamo contestualmente proposto un escamotage giuridico per uscirne rapidamente. Confidiamo, evidentemente, nel buon senso anche da parte della Provincia. Anche perché molte attività hanno sempre lavorato nello stesso sito pur non avendo i parcheggi. È davvero un paradosso chiedere loro oggi di adeguarsi in un momento successivo solo perché cambiano la destinazione d’uso. Sono ottimista e voglio sperare che tutto si sblocchi a breve.

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