microcriminalità

Merano, furti a raffica in centro. Commercianti esasperati 

Non c’è tregua per i negozianti, che si aiutano attraverso una chat: «Passiamo buona parte del nostro tempo a sorvegliare, tanti episodi li scopriamo grazie alle videocamere»


JIMMY MILANESE


MERANO. Furti o prove di furto a raffica in questi giorni in centro città. La novità è che, grazie alla stretta collaborazione tra gli oltre 140 commercianti del centro, per i ladri molto spesso la voglia di sottrarre merce dai negozi si trasforma in un mero tentativo andato a finire male. La seconda novità è nelle modalità molto spesso ingenue attraverso le quali i malintenzionati tentano di commettere un furto. In questi casi, colti sul fatto, i ladri entrano in contatto con i negozianti. a quel punto, per i commessi e commesse sorge il problema della gestione di momenti spesso molto tesi.

Tentativi bislacchi.

Se da una parte a Merano operano ladri sempre più specializzati, tipicamente provenienti da fuori città, quindi capaci di sottrarre merce dagli esercizi pubblici senza essere immediatamente notati, dall'altra sono sempre più i ladri, diciamo così naive, ad essere protagonisti di bislacchi tentativi di furto. Tentativi prontamente sventati dai negozianti e che ai responsabili costano più o meno solo una strigliata da parte di esercenti però sempre più esasperati, visto che ormai una buona parte del loro tempo lo devono spendere per controllare chi si presenta sull'uscio delle loro attività. Sempre vigili sulla possibilità che il successivo avventore non sia un cliente ma un malintenzionato, i commercianti denunciano il numero spropositato di ore perdute per stare dietro ai furti o ai tentativi di furto. L'ultimo caso, spiega l'esercente Joachim Ladurner, è accaduto proprio nei giorni scorsi, quando un uomo è entrato nel suo punto vendita, si è indirizzato verso uno scaffale dal quale ha sottratto due oggetti per poi lasciare i locali del negozio. «Lo tenevo d'occhio, ero all'esterno del mio locale quando questa persona ben nota in città per i tentativi di furto e per le sue problematiche personali è entrata nel negozio, ha preso due oggetti e se ne stava uscendo quando lo abbiamo fermato. Gli ho detto che era ripreso da una videocamera, quindi avrebbe potuto comprare gli oggetti o riporli sullo scaffale, cosa che lui alla fine ha fatto», racconta Ladurner, mostrandoci il video che documenta quanto detto. Un video dove negli stessi fotogrammi si vede una donna, anche lei conosciuta in città per essere protagonista di diversi episodi nei quali ha dato in escandescenza. «Mentre fermavo un ladruncolo – alza il tono Ladurner –, seppur molto ingenuo, dall'altra dovevamo controllare una persona che ha problemi psichiatrici e che spesso ha dato in escandescenza. Così è difficile lavorare».

La chat.

Il tentativo di furto è documentato in una chat dove oltre 140 commercianti del centro cittadino si scambiano informazioni, collaborando nei casi in cui «i soliti noti» si presentano nei loro negozi. «Il problema dei ladri furbi, chiamiamolo così, è che ci sottraggono merce ma noi ce ne accorgiamo solo successivamente grazie alle telecamere di sorveglianza. Fare o non fare denuncia è un fatto di tempo, a questo punto. Invece – prosegue il commerciante - nel caso di ladri che cogliamo sul fatto, ovviamente per i nostri collaboratori si presenta il problema di come intervenire e gestire la situazione, visto che non possiamo fermarli materialmente, non possiamo chiuderli nel negozio e che dalla chiamata alle forze dell'ordine al loro arrivo passano minuti nei quali spesso in noi sale il timore e la paura perché non sappiamo chi abbiamo di fronte», chiosa Ladurner. Il commerciante a questo punto lancia un appello: «Sul fatto che le leggi non ci aiutino, ma che vadano urgentemente aggiornate alla situazione che stiamo vivendo, noi possiamo fare poco. Invece, quello che mi sento di chiedere all’amministrazione comunale e alle forze dell'ordine è di organizzare degli incontri nei quali ci venga spiegato nel dettaglio cosa dobbiamo fare in questi casi, quali sono i nostri poteri e quali sono i limiti, e cosa si possa concretamente mettere in campo per evitare che ogni singolo negoziante si debba dotare della security per tutelare i suoi collaboratori e proteggere la sua merce. Tra l'altro, questa decisione aumenterebbe fatalmente i nostri costi di gestione, rendendoci meno competitivi», spiega Ladurner che chiude: «Ho nei miei occhi lo spavento delle nostre collaboratrici, di fronte alle quali non so che fare e per questo chiedo a chi di dovere di non lasciarci soli».

 













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