Merano, lacrime per la morte dell'ex sindaco Franco Dorigoni
Protagonista a lungo della vita politica e amministrativa della città, è scomparso alla soglia degli 84 anni. Figlio di Sinigo, tra le file della Dc raccolse il testimone di primo cittadino da Polasek. Poi l’impegno nell’Azienda elettrica e a capo della gestione dell’ippodromo
MERANO. La città è in lutto. È morto l'altra sera Franco Dorigoni, ex sindaco di Merano, già presidente della Merano Maia ed dell'Aec (e poi Ae, Azienda energetica) nonché presidente di Federelettrica. Aveva 83 anni (ne avrebbe compiuto 84 il prossimo giugno). Negli ultimi tempi era caduto malamente riportando lesioni che non erano completamente guarite. Portato in ospedale e in diverse cliniche, negli ultimi giorni era stato riportato a casa dove è spirato. Lascia la moglie Anna e la figlia Susanna oltre al fratello Umberto.
Con la morte di Franco Dorigoni la città ha perso una figura di assoluto rilievo. Veniva da Sinigo dove era stato dipendente della ex Montecatini nella quale aveva avuto importanti incarichi dirigenziali. Poi la svolta in politica sollecitata da don Guido Tait. Il sacerdote veniva ricordato dallo stesso Dorigoni come «il mio mentore fin dai tempi in cui ero ragazzino, mi ha seguito ed incoraggiato anche nella politica. Ricordo che si batteva con ostinazione nel volere che almeno una persona di Sinigo fosse presente in consiglio comunale». Dove Franco arriva. Succedendo a Ottokar Polasek, dal 1974 è per cinque anni il sindaco della città. Un ruolo che copre ottenendo consensi per la sua ostinazione nel perseguire gli obiettivi che s'era posto, spalleggiato da una Dc di cui era esponente ed aiutato in questo da alcuni fedelissimi, come Ezio Zadra e lo stesso Polasek.
Finito il suo mandato di primo cittadino proseguirà il suo impegno professionale - era un commercialista - e rivolge il suo interesse e la sua competenza verso altri settori. Sarebbe diventato presidente della Merano Maia in un periodo piuttosto delicato per la società che reggeva le sorti dell'ippodromo. Dorigoni ha saputo dare la sua impronta per navigare fra le difficoltà.
Ma a lungo, e con incarichi diversi, è anche nella cabina di regia dell'Aec. Contribuisce alla crescita dell'Azienda elettrica consorziale e getta le basi per la trasformazione della stessa nella realtà dei giorni successivi, prima della fusione che ha dato vita ad Alperia. Ultimo suo incarico pubblico è stato quello di presidente della Federelettrica nazionale alla cui guida porterà la federazione ad importanti traguardi nel settore dell'energia al quale Franco Dorigoni ha sempre guardato con interesse e impegno.
Numerose le reazioni in città alla notizia della sua morte. Diego Cavagna, ex vicesindaco, ricorda le origini di Sinigo «dove è stato mio vicino di casa. Già giovanissimi seguivamo don Guido Tait, a lui dobbiamo la nostra crescita fin dai tempi della scuola quando frequentavamo l'oratorio diventato per l'occasione anche scuola. Don Tait, che veniva chiamato il sindaco di Sinigo, ci è stato sempre molto vicino. Il suo insegnamento ci è stato utile. Di Franco non posso che parlare bene: sotto la scorza all'apparenza di un burbero nascondeva un carattere gioviale che ha dimostrato nei vari incarichi pubblici che ha avuto. Come sindaco, ricordo che era stato il primo a porsi degli obiettivi all'inizio della legislatura e che avrebbe poi fatto di tutto per raggiungerli. La città ha perduto un grandissimo personaggio».
Sulla stessa lunghezza d'onda il ricordo di Renzo Pedevilla: «Franco è stato un esempio di professionalità. Sia come commercialista che come amministratore pubblico. Il suo impegno è stato una costante per tutta la vita».
Giorgio Balzarini ha di Franco Dorigoni ricordi legati alla Dc e al fatto che erano parecchi gli incontri “casalinghi” con il padre Aldo, pure lui ex sindaco di Merano, «e quei giovani emergenti fra cui Polasek, Zadra e lo stesso Dorigoni di cui emergeva una grande personalità che poi aveva messo a servizio della comunità nei vari incarichi che ricoperto».