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«Merano vuole l’Università» 

Il sogno nel cassetto. La vicesindaca Zeller lo rispolvera durante la presentazione dei mini corsi attivati dalla Lub: «L’Accademia ha fatto ciò che la politica non era riuscita a fare ma l’obiettivo non è certo stato accantonato» 


Jimmy Milanese


MERANO. L’Università a Merano tema sepolto e argomento chiuso per la nostra città? Nemmeno per sogno. Almeno questa è l’impressione, stando alle dichiarazioni della vicesindaca Katharina Zeller in occasione della presentazione di una serie di mini corsi attivati dalla Libera Università di Bolzano in collaborazione con l’Accademia di Studi Italo-Tedeschi, all’interno di un mini percorso denominato “Studium Generale”.

«L’Accademia di Merano ha portato in città quello che la politica non era riuscita a fare, ovvero l’Università in riva al Passirio: obiettivo non ancora raggiunto ma non certo accantonato. In attesa, lo Studium Generale a Villa San Marco è qualcosa che quanto più si avvicina all’attivazione di un corso universitario a Merano», le parole della vicesindaca.

Per capire il peso effettivo di queste dichiarazioni, è bene fare uno, anzi due passi indietro, delineando prima le coordinate dello Studium Generale meranese e ricordando anche come la questione “Università a Merano: si o no?” fu capace di accendere il dibattito già nel corso della recente campagna elettorale che portò alla elezione del sindaco Dario Dal Medico per pochi voti sul contendente Paul Rösch.

In buona sostanza, lo Studium Generale della Libera Università di Bolzano, sbarcato a Merano anche quest’anno, rappresenta una offerta dell’Ateneo bolzanino consistente in una serie di mini corsi su varie discipline offerti quindi anche alla cittadinanza meranese, in presenza, e presso la sede di Villa San Marco. Parliamo di mini corsi da 3 CFU, ovvero crediti spendibili nel sistema universitario per chi volesse sostenere l’esame finale, oppure, e in questo caso i mini corsi sono rivolti a tutti, semplici occasioni per accrescere le proprie conoscenze. Insomma, corsi aperti alla popolazione per un massimo di dieci a testa ad un costo modico e sul modello della università anglosassone che oltre ai classici Corsi di laurea alla popolazione offre mini corsi qualificanti sugli aspetti più disparati. In fondo, un poco era quello che aveva annunciato Zeller nella campagna elettorale del 2021 e ancora lo scorso aprile: «A Merano potranno essere attivate collaborazioni con la LUB, ma per una sede universitaria sarà comunque difficile», spiegava Zeller che però l’altra sera, di fronte al presidente dell’Accademia Cuno Tarfusser, in qualche modo ha riaperto le danze e le speranza che in futuro si vada oltre alla semplice attivazione di mini corsi targati LUB.

Di questa inaspettata apertura forse saranno contenti i Verdi e in particolare l’ex sindaco Rösch che in un dibattito pubblico ad aprile aveva accusato la Giunta di avere «perso il treno per istituire un Corso di laurea a Merano». Una presa di posizione arrivata non a caso a ridosso dell’annuncio da parte di LUB e del presidente Kompatscher relativo alla attivazione di un Corso di laurea in “Scienze enogastronomiche di montagna” a Bolzano e non a Merano dove operano ben tre prestigiose scuole alberghiere. Presentando una mozione mirata, i Verdi di Paul Rösch avevano anche citato il “Documento programmatico per la consiliatura 2021-2025” siglato tra Civiche e SVP nel quale si legge, appunto: «Vogliamo che Merano offra ampie opportunità di studio e formazione. L’istituzione di percorsi universitari e post-laurea va promossa».

Insomma, Università a Merano sembra essere una questione tutt’altro che chiusa per la politica meranese, in vista delle provinciali del 2023 e nonostante le parole del presidente Kompatscher che aveva chiuso quelle danze ora riaperte affermando: «L’offerta universitaria va concentrata nel capoluogo bolzanino, altro che decentrata!».

È che a Merano (dove si scalpita per dare un futuro all'areale delle caserme che ben si presterebbe per risolvere la questione abitativa degli studenti fuori sede), e forse anche alla LUB, la pensano diversamente.













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