Trasporti

Nuovo assetto della Sasa, Merano si mette di traverso 

La giunta comunale contesta le modifiche allo statuto proposte dalla Provincia: «I Comuni fondatori della società diventerebbero semplici comparse, senza alcun potere nella governance e nel controllo della società» 


Simone Facchini


MERANO. La giunta comunale di Merano prova a tirare il freno d’emergenza sul riassetto della Sasa. «Senza un vero coinvolgimento, e con tempi strettissimi, ci chiedono di approvare delle modifiche dello statuto che di fatto annullano ogni nostro potere sulla governance dell’azienda» tuona il sindaco Dario Dal Medico. La manovra porta la firma della Provincia, che dopo la ricapitalizzazione dell’anno scorso detiene l’88% delle quote. «Ma Merano non ci sta ad avere il ruolo di “bella statuina”. Con Bolzano e Laives la nostra città ha creato Sasa per gestire il trasporto pubblico urbano. E la nostra voce deve potersi sentire». In altre parole: no del Comune al ruolo di “yes man”.

Il punto chiave è la ricapitalizzazione dell’anno scorso. La Provincia ha aumentato il suo capitale di 16,5 milioni, scombussolando le quote. Se nel 2017 Bolzano ne deteneva più del 43%, Merano oltre il 27%, Laives l’11% e la Provincia il 18%, i rapporti di forza sono cambiati nel 2021 Provincia padrona di più dell’88%, il capoluogo del 6,4%, Merano del 4%, il residuo 1,6% circa a Laives.

A inizio aprile all’attuale rappresentante meranerse nel cda della partecipata, Alexander Wallnöfer (in quota Verdi, nominato nella scorsa legislatura), è stato presentato il nuovo statuto per l’approvazione, «in cui si esclude Merano» rimarca Dal Medico. Il lifting al documento che regola l’organizzazione della società fa riferimento alla legge Madi, per quanto riguarda lo snellimento del consiglio d’amministrazione, che nella proposta sul tavolo sarebbe ridotto dai 6 componenti attuali (tre di nomina provinciale, uno a testa per i Comuni) a tre: due decisi dalla Provincia (fra l’altro, presidente e vicepresidente) e uno a rotazione fra i Comuni. Il board sarebbe affiancato da un comitato d’indirizzo con poteri significativi, 4 componenti vale a dire uno per socio, ma anche in questo caso con meccanismi che di fatto consentirebbero alla Provincia di fare il bello e il cattivo tempo.

L’assemblea dei soci che dovrebbe approvare il nuovo statuto ed eleggere il nuovi vertici è convocata per il 29 aprile. Merano va in pressing affinché venga disertata.

Con la richiesta delle variazioni allo statuto, la Provincia forza la mano. Dal Medico frena e puntualizza. A partire da una questione procedurale. Le modifiche allo statuto devono essere approvate dalla giunta e dal consiglio comunale, «la prossima seduta del consesso civico è troppo vicina» per dare la possibilità ai consiglieri di valutare con attenzione i possibili effetti. «Bolzano - informa il sindaco - ha già palesato le sue perplessità. Noi in giunta abbiamo deliberato di prendere posizione spiegando di non avere i tempi tecnici necessari per decidere, ma anche spiegando che il nuovo statuto dovrà avere bilanciamenti sugli organi di governo e di controllo della società in cui Merano dovrà poter avere voce concreta».

L’aumento di capitale della Sasa, che ha provocato la reazione a catena, è avvenuta durante il periodo di commissariamento del Comune. Durante il quale Merano non aveva rappresentanza politica. Con l’aumento di capitale, la Provincia ha una inhouse nel trasporto pubblico. Sullo sfondo c’è l’affaire-Sad che ha squassato la politica provinciale e la cabina di regia della Svp.

«Inoltre la bozza del nuovo statuto prevede che il socio di maggioranza, ovvero la Provincia, non possa mai scendere sotto i due terzi del capitale sociale» prosegue Dal Medico. «Questa condizione permetterebbe ulteriormente alla Provincia di provvedere in piena autonomia alla gestione ordinaria e straordinaria dell’attività societaria relegando i Comuni a semplici comparse. Un’ipotesi per noi inaccettabile». Se è vero - come è vero - che la mobilità e il trasporto pubblico sono prioritari nella gestione del futuro del territorio, quelle che possono sembrare alchimie politiche o lotte di potere possono avere orizzonti ed effetti concreti. Quanto conterà Merano?













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