La crisi

Parrucchieri ed estetiste al tempo del Coronavirus: «I clienti hanno paura» 

Le misure attuate nei saloni non bastano a sconfiggere le diffidenze. L’aumento degli abusivi e l’impennata degli acquisti di prodotti per il fai da te intaccano l’economia


Ezio Danieli


MERANO. Parrucchieri ed estetiste stanno lavorando. Per fortuna. Ma in piena pandemia i problemi ci sono, un po’ come per tutte le attività in questo periodo. Gli abusivi non mancano anche in città e nel Burgraviato. Ma non offrono un servizio di qualità come quello che vogliono i clienti. Il peso del Covid-19 si fa sentire, e molto.

Le parrucchiere

Il periodo di Natale, in cui i parrucchieri hanno potuto tenere aperto, è passato. Con un bilancio degli affari comunque inferiore a quello degli anni passati. La gente ha troppa paura di uscire di casa.

Lo conferma Natascia Casaro dell’Hair in the City di via Galilei: «Il lavoro si è ridotto di molto rispetto all’anno scorso. I clienti fedeli sono tornati. Ma nutrono una certa diffidenza nonostante le misure antivirus di cui mi sono dotata. Mascherina e lavaggio e disinfezione delle mani garantiscono una certa sicurezza. Questo le clienti lo capiscono, ma resta ugualmente un senso di paura che non sarà facile superare. E poi ci sono le norme del governo e quelle della Provincia: sono spesso in contrasto fra loro e certo non aiutano. Come non aiuta la situazione attuale, con il rischio di finire ancora in zona rossa e di richiudere il locale. Non va dimenticato l’uso, salito di recente a seguito del lockdown, dei prodotti che si usano a casa per eliminare la crescita o farsi la tinta. Vengono usati in modo non proprio professionale e poi costringono noi parrucchiere a un lavoro suppletivo per rimettere le cose a posto».

Stesse considerazioni che vengono fatte da Miranda Dedej del salone Divina Hair Studio sulla passeggiata lungo il Passirio: «È difficile lavorare in questo periodo caratterizzato da chiusure e da riaperture continue. Lo faccio comunque volentieri per tutto il giorno. Le clienti sono tornate, ma non tutte. C’è in loro un senso di preoccupazione per un eventuale contagio nonostante il fatto che nel negozio ho predisposto tutto nel migliore dei modi per la disinfezione personale, degli ambienti e della strumentazione. La gente ha bisogno di maggiore chiarezza anche per quanto riguarda l’apertura dei negozi, il tira e molla degli ultimi tempi non ci ha certo favorito: c’è troppa confusione. E poi i famosi ristori: per ora ho ricevuto solo quello della Provincia, non ancora quello dello Stato più volte promesso».

Le estetiste

Le estetiste hanno anche altri problemi. Pur fra interruzioni varie hanno continuato a lavorare. Barbara Germiniani, che lavora all’Hair in the City in via Galilei, ha riaperto la sua attività di recente dopo il secondo, parziale lockdown: «Purtroppo viviamo questo momento con una certa apprensione vista la situazione di grave incertezza che riguarda anche il nostro settore. La situazione è tornata alla normalità ma nessuno di noi, comprese le clienti, sa per quanto durerà ancora. Viviamo e lavoriamo giorno dopo giorno con la prospettiva, tutt’altro che simpatica, di poter magari richiudere ancora. Non è un bel vivere, questa situazione. Intanto le clienti sono tornate, anche se in numero ridotto rispetto al passato. Hanno tutte paura, come si fa a dar loro torto? Un minimo di chiarezza in più sul futuro sarebbe auspicabile».

I barbieri

E gli uomini? Hanno sofferto pure loro i frequenti cambi di passo sulle aperture dei barbieri. Si sono in massima parte arrangiati con le macchine per tagliare i capelli o per sistemarsi la barba (andate a ruba nei negozi specializzati). «Adesso sono tornati dal parrucchiere – dice Charly Daprà del negozio omonimo di piazza Fontana – e questo è consolante. A loro do il massimo della sicurezza con i vari dispositivi igienici. Uso la mascherina regolarmente anche quando faccio la barba. Ma c’è in tutti un senso di giustificata apprensione per la possibilità di essere contagiati. Di più non posso fare e mi auguro sinceramente che si possa uscire in fretta e con maggiore chiarezza normativa da una situazione che è pesante sopportare anche per noi».

 













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