Per Alperia una torre sull’acqua
Il progetto. Affacciato su via Scuderie un palazzo “galleggiante” a sette piani, alle sue spalle l’edificio che ospiterà Edyna e un grande parco Sarà il luogo di lavoro di 300 persone, al suo interno si troveranno un centro di ricerca e sviluppo ma anche l’apparato commerciale
Merano. Una torre di sette piani che “galleggerà” sull’acqua, affacciata su via Scuderie. Alle sue spalle, rivolta verso l’area delle caserme, un’architettura ispirata al verde e alla natura. La nuova sede di Alperia a Merano, che sorgerà dove operava la segheria Haller in prossimità della stazione minore della città, sarà un palazzo “Giano Bifronte”: parole del suo stesso designer, l’architetto Alberto Cecchetto. Ospiterà, a pieno regime, 300 dipendenti di Alperia e di Edyna, i primi nella torre a pianta ellittica alta 22 metri, i secondi nello stabile retrostante con un solo livello in superficie, affacciato sul grande parco. Costerà 25 milioni di euro, finanziati con la cessione di tre sedi del gruppo, due a Merano e una Bolzano. I lavori cominceranno nel 2021 per completarsi nel 2023.
E la zona artigianale di Maia Bassa cambierà volto e skyline.
Acqua e verde.
Segnare un punto di svolta urbanistico è l’ambizione dei registi dell’operazione culminata ieri con la presentazione del progetto. E quindi della politica, che ha preteso nero su bianco, all’epoca della fusione fra Sel e Azienda energetica, una nuova sede a Merano che non fosse una semplice succursale. La stessa politica che a livello comunale ha messo mano al Puc per consentire di superare i precedenti limiti in altezza previsti. Ambizione condivisa con Alperia e la fondazione Inarcassa, che hanno indetto il concorso di progettazione, e naturalmente con chi ha vinto la gara, emergendo fra oltre cinquanta concorrenti, nazionali e stranieri. «Era stato chiesto di creare un’architettura “iconica” e che allo stesso tempo fosse rappresentativa del luogo», spiega l’architetto Cecchetto. Ecco perché l’acqua, fonte di energia, e il verde, «tale da creare una connessione fra le rive dell’Adige e l’area delle caserme», della cui riqualificazione il nuovo complesso vuole fare da apripista e modello.
Innovazione.
Trecento i collaboratori del gruppo Alperia e di Edyna che popoleranno il complesso: in parte saranno quelli trasferiti dalle attuali sedi meranesi (al momento circa 130), ma Maia Bassa diventerà anche sede della divisione ricerca e sviluppo e dell’apparato commerciale. «Presentiamo un progetto che va oltre quanto definito nell’accordo di fusione» osserva il Ceo Johann Wohlfarter. «Al nuovo palazzo era destinata la sede di Reti, ma alla fine è stato preferito creare un polo dell’innovazione». Dove saranno al lavoro i cervelli del gruppo che studia nuove idee. «Il mondo dell’energia sta vivendo una svolta epocale, lo sviluppo è essenziale. Fra l’altro, stiamo per lanciare un prodotto nel solare», anticipa Wohlfarter, che precisa: «Copriremo i costi di realizzazione vendendo le due sedi di Merano e a Bolzano quella di via Canonico Gamper».
«Sarà un po’ come avere la nostra università», commenta il sindaco Paul Rösch. «Il polo ricerca e sviluppo di Alperia darà slancio al progetto comunale Mind»: è il programma che concentra nella zona produttiva di Maia Bassa il distretto dell’innovazione che già comprende il coworking di via Scuderie e i laboratorio delle professionali Zuegg.