Plan rilancia il turismo senza auto
No ai mezzi privati in paese e verso le piste: si viaggia con carrozza a cavalli, citybus e trenino su ruote
VAL PASSIRIA. È nevicato abbastanza da garantire l’avvio della stagione dello sci e Plan, frazione di Moso in Alta Passiria, somiglia ad paese delle favole, ricoperto da un morbido manto bianco. Fra le strette vie del paese passa soltanto una carrozza. Non c’è una sola auto che gira e cerca magari un parcheggio. In compenso fanno la spola, avanti e indietro, sia il citybus che il trenino con le ruote.
I mezzi privati - esclusi quelli dei residenti e degli ospiti parcheggiati davanti agli hotel - vengono lasciati nel grande parcheggio allestito all’ingresso del paese.
È l’ennesimo inverno che Pfelders-Plan dimostra che si può vivere grazie al progetto di “mobilità dolce”. E si vive anche bene. Siamo a 1.620 metri di quota, nel cuore del parco naturale del Tessa. Quattro gli impianti a fune presenti e operativi: una cabinovia, una seggiovia, due skilifit. Una ventina fra alberghi e pensioni mettono a disposizione degli ospiti circa quattrocento posti letto.
Lo scorso inverno, quassù, sono stati oltre 30 mila i pernottamenti, che corrispondono a 70 mila sciatori. Un traguardo che si punta almeno a replicare in questa stagione agli inizi. Il quaranta per cento degli ospiti sono stati italiani, fra gli stranieri la parte più rilevante è costituita da germanici e austriaci. Tutti, superato il debutto della grande novità anni fa, adesso sono entusiasti della mobilità dolce, un “regalo” che Plan ha saputo farsi con il benestare della Provincia.
Chi arriva a Plan, all’ingresso del paese, si trova una sbarra e una serie di indicazioni che spiegano l’iniziativa invernale. Oltre la sbarra non si può andare, a meno che non si tratti di residenti o di ospiti che soggiornano per più giorni: le loro auto possono passare e rimanere quindi parcheggiate. Per muoversi e raggiungere le stazioni a valle degli impianti a fune, è stato istituito il servizio di trasporto pubblico con due mezzi a disposizione: appunto un trenino con le ruote ed il citybus. Fanno la spola fra il parcheggio e i vari impianti a fune.
È facile del resto immaginare come erano ridotte le viuzze prima dell’introduzione del provvedimento, con la presenza di decine di mezzi che si spostavano e cercavano un’area dove sostare. E lo stesso accadeva nei pressi dello skilift più a valle, tanto che bisognava prestare la massima attenzione, in fase di arrivo, per evitare di terminare la discesa contro una delle oltre 500 autovetture parcheggiate proprio al limite della pista. All’inizio non tutti erano d’accordo: c’era chi si lamentava perché doveva aspettare il citybus o il trenino per muoversi. Fatta l’abitudine alla mobilità dolce, adesso nessuno pare disposto a tornare indietro. I collegamenti alternativi all’uso delle auto funzionano. Sembra una favola, da godere fino in fondo. E gli sciatori sono numerosi, ogni anno. A ribadire che la scelta, fatta anni fa, si e rivelata vincente.