Prova di forza in consiglio Cadorna resta al suo posto 

Odonomastica. Non è stato raggiunto il consenso intorno al nome di Elena Stern De Salvo Lontano l’accordo sulla cancellazione che nel 2018 aveva l’80 per cento di voti favorevoli


Sara Martinello


Merano. Ieri sera, in consiglio, sembrava che ancora si dovesse dibattere intorno alla mozione già approvata nel 2018 con larga maggioranza. Invece di vertere sul nome più adatto a rappresentare i valori della città, la discussione ha preso subito una piega fortemente politica. Tanto da tradursi in un nulla di fatto: via Cadorna resterà tale. Si è fatta sentire la vicinanza delle amministrative, con una Civica che al proprio patto con Alleanza (contraria due anni fa) ha trovato una sponda nei Freiheitlichen, la destra tedesca.

Trenta i presenti. Il sindaco Paul Rösch apre la discussione facendo capire che fra i quattro nomi proposti dalla commissione è quello di Elena Stern De Salvo, bambina uccisa ad Auschwitz, ad aver conquistato il suo favore. «Rappresenta la città di Merano, le sue due culture, le due lingue, le due religioni». Chiede un emendamento (approvato) per sanare il rischio di un vizio di forma dovuto all’incompletezza della descrizione grafica di via Cadorna nella cartina allegata alla delibera. Il vicesindaco Andrea Rossi presenta le quattro figure già tracciate nelle schede inviate a tutti i consiglieri la settimana scorsa.

Dall’opposizione, Peter Enz (Freiheitlichen) dichiara che preferirebbe un nome più assimilabile a un’area militare, precisa che «è sbagliato chiamare “Elena Stern De Salvo” Elena Francesca De Salvo», parla di «abuso del suo nome per riparare al torto rappresentato da Cadorna», dice che sarebbe il centro il posto più adatto a onorare la piccola vittima del nazifascismo. Interviene Albieri (Civica per Merano). «Appoggio quel che dice il collega Enz, anzi, aggiungerei che l’urgenza con cui questo punto viene trattato sa di propaganda elettorale». Albieri parla pure di «problemi formali» nella composizione della commissione. Risolti dalla risposta di Rossi, che scarta l’accusa di urgenza e spiega come «in futuro quella strada sarà uno dei centri vitali della città, con la riqualificazione dell’areale». Da sinistra c’è David Augscheller (Ecosociali): «È una decisione semplice: vogliamo continuare a chiamare quella via col nome di un generale responsabile di centinaia di migliaia di morti o no?». È un amaro ritorno al 2018 pure per lui, autore della mozione per la ridenominazione. «Due anni fa l’80 per cento di noi aveva votato a favore, ora alcuni non sembrano più tanto convinti». Il successivo intervento di Johannes Ortner (Verdi) si potrebbe riassumere in un: «Black Lives Matter non ci ha insegnato niente?». Per la Lega interviene Alessandro Maestri: «O si fa un intervento di pulizia toponomastica su tutto il territorio nazionale, o non ha senso».

Prima votazione, quella sul nome. Ancora non è chiarissimo a tutti che sul foglietto si possono scrivere due preferenze e la Civica è già in piedi. Diciotto voti per De Salvo, sette per Anita Pichler, cinque per Aliza Mandel, tre per Mathilde von Schwarzenberg, due schede nulle, sette bianche. Una per Cadorna. Si può ipotizzare che i 18 “De Salvo” fossero quelli di Verdi, M5s, Sinistra Ecosociale, Pd, Schir e Duschek, più altri sei, forse Svp. Ballottaggio tra De Salvo e Pichler: tredici schede nulle o bianche. Non ci sono i due terzi del consiglio. La delibera affonda.













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