Raduno a Lagundo, il Comune: «Abbiamo chiesto di vietarlo»
La vicesindaca Alexandra Ganner interviene sull’evento di settembre della Deutsche Burschenschaft: «Come Comune non possiamo fare nulla, ci siamo appellati al Commissariato del Governo affinché intervenga»
LAGUNDO. «Non siamo d’accordo con lo svolgimento dell’iniziativa». L’amministrazione comunale di Lagundo interviene nel dibattito scoppiato sull’organizzazione, il prossimo settembre, del raduno della Deutsche Burschenschaft, che l’Anpi ha già bollato come «raduno antisemita», chiedendo a chi di dovere di vietarne lo svolgimento. Ed è quello che farà anche l’amministrazione comunale. La vicesindaca di Lagundo, Alexandra Ganner, si è rivolta al Commissario del Governo per chiedere di prendere provvedimenti in merito al raduno della Deutsche Burschenschaft alla Thalguterhaus di Lagundo.
«Non siamo d’accordo sull’iniziativa – spiega la vicesindaca -, ma non possiamo fare nulla, come Comune, per impedirla. Alla Thalguterhaus, per questo genere di riunioni, che sono private, non c’è bisogno di alcuna licenza. Come amministratore comunale sono contraria ma ho bisogno di un intervento del prefetto per poter negare l’uso della sala. Mi auguro in una rapida risposta da parte del Commissario del Governo affinché possa accogliere la nostra istanza».
Un caso, quello del raduno della Deutsche Burschenschaft a Lagundo, sollevato alcuni giorni fa dall’Anpi provinciale che aveva sottolineato come «lo svolgimento, per di più in una sala pubblica, di una tale manifestazione da parte di organizzazioni dichiaratamente antisemite, legate a ideologie razziste e xenofobe, che si richiamano in molti modi anche al nazismo, in aperto contrasto con i principi sanciti dalla Costituzione e i valori fondativi dell’Unione Europea e della nostra autonomia territoriale, costituisce nei fatti una violazione delle Leggi che considerano pericolose e vietano la propaganda e l’attività di gruppi del genere». L’Anpi aveva lanciato un appello nei confronti dell’amministrazione di Lagundo: «Confidiamo nel vostro impegno a tutela delle basi istituzionali, politiche e culturali su cui si fondano le Istituzioni, perché vogliano assumersi la decisione, che, per quanto ci riguarda, sosterremo in ogni luogo, di vietare la detta manifestazione». Appello accolto.