«Scegli di amare» La panchina rossa raccoglie applausi
Merano. “Gli stereotipi sono brutte bestie. Viviamo in gabbie, che spesso noi stessi ci costruiamo, gabbie dalle quali non sappiamo o non vogliamo evadere. Il gruppo tende spesso ferocemente alla...
Merano. “Gli stereotipi sono brutte bestie. Viviamo in gabbie, che spesso noi stessi ci costruiamo, gabbie dalle quali non sappiamo o non vogliamo evadere. Il gruppo tende spesso ferocemente alla conservazione di dinamiche ripetitive, e quando uno dei suoi membri devia, lo emargina per costringerlo a rientrare”.
La frase di Lorella Zanardo, in “Il corpo delle donne” (Feltrinelli), è tra le tante che gli studenti di due classi quinte del liceo delle scienze sociali Gandhi e una del Fos Marie Curie hanno preso in esame per la performance teatrale con cui ieri mattina, sotto il municipio, hanno inaugurato la panchina rossa che nei prossimi mesi viaggerà per Merano per sensibilizzare la popolazione sul tema della violenza di genere. Prima tappa dopo la stazione di partenza sotto i Portici sarà via Toti, alla fermata dell’autobus davanti all’area giochi, fa sapere con fierezza Paul Zipperle, presidente del comitato di quartiere del rione Wolkenstein.
«In Italia, nei primi dieci mesi del 2018, le vittime di femminicidio sono state 106, di cui 4 in Alto Adige – così l’assessora alle politiche di genere Gabriela Strohmer –. I casi di violenza registrati a Merano nel 2018 e monitorati dalla Rete contro la violenza sulle donne città di Merano sono 166. È dunque urgente e necessaria una seria riflessione sul ruolo della donna e dell’uomo nelle relazioni e sulla società di fronte alla violenza di genere». L’iniziativa è nata da una mozione del consigliere e professore al Fos David Augscheller (Sinistra Ecosociale), allora approvata all’unanimità.
Intanto, davanti a un folto pubblico, le e gli studenti – un vistoso segno rosso dipinto sotto un occhio – citano la Convenzione di Istanbul, Dacia Maraini, Michela Marzano, testi che allontanano l’idea che l’amore possa essere “malato” o “troppo”. Chiudono la performance tutti insieme, un coro che esclama “Iniziamo da qui, iniziamo da noi. Nicht wegschauen, nicht schweigen” (tradotto: “Non si volga lo sguardo da un’altra parte, non si taccia”).
Le frasi sulla panchina si riferiscono tutte all’amore, sì, ma tra i testi preparatori Gandhi e Fos hanno affrontato anche l’aspetto radicale della violenza, come dimostra la frase universale di Zanardo. Così, ogni volta che il loro sguardo si poserà su quella panchina rossa, potranno ritrovare un’àncora di resistenza e una vela verso il cambiamento. S.M.