Scuola bilingue, Vettorato deciso: «Merano piazza ideale per partire»
Il vicepresidente della Provincia: «Sarebbe lungimirante un progetto con uno scambio di docenti che coinvolga anche l’Intendenza tedesca. Se la Svp farà muro sono pronto a partire in autonomia». L’ostacolo: «Non si trovano prof di tedesco: appena indetto un concorso per 30 posti di L2»
MERANO. «Merano è la piazza ideale per partire con i primi progetti di scuola bilingue»: a parlare è il vicepresidente della Provincia Giuliano Vettorato che prende il coraggio a due mani e illustra la strategia in vista delle ormai imminenti elezioni provinciali.
Vicepresidente, suonerà a breve la campanella anche della prima scuola bilingue in Alto Adige?
Ci sono i presupposti affinché ciò avvenga in tempi ragionevolmente brevi. Perché Merano? Stiamo parlando di una città con il 50% di italiani e il 50% di tedeschi in cui non sarebbe nemmeno traumatico far partire un progetto pilota.
Ma che progetto pilota si immagina?
Il presupposto deve essere chiaro: la difesa delle tre lingue e delle tre culture. Detto questo mi immagino uno scambio di docenti che coinvolga sia l’Intendenza italiana che quella tedesca. Sarebbe la strada migliore per partire.
Ma se la Svp facesse resistenza mettendo davanti a tutto e a tutti la salvaguardia della lingua e il rispetto dello Statuto di autonomia?
In quel caso servirà un po’ di coraggio da parte del gruppo italiano per partire anche in autonomia. Bisogna avere la forza di portare avanti le idee in cui si crede. Per la società altoatesina nel suo complesso la scuola bilingue rappresenterebbe un indubbio arricchimento.
Tra l’altro ci sono realtà, come Fortezza, che per necessità hanno già iniziato a collaborare fattivamente...
Certo, lì gli studenti italiani sono pochi e per tenere in piedi la nostra scuola abbiamo chiesto e ottenuto il supporto e la collaborazione dell’Intendenza tedesca. L’esperimento sta funzionando al meglio.
Certo, sarebbe tempo che la scuola bilingue - chiesta dai genitori da oltre 30 anni - diventasse realtà e non fosse inquadrata come l’ennesimo esperimento...
È vero anche questo ma è doverosa una precisazione.
Certo, quale?
Non si trovano insegnanti di tedesco. O meglio, non si trovano abbastanza insegnanti di tedesco per far partire ovunque la scuola bilingue. Pertanto ci sarà comunque la necessità di partire a macchia di leopardo.
Ma la scuola italiana ha appena indetto un concorso per reclutare insegnanti di L2?
Sì, proprio di recente. Abbiamo offerto oltre 30 posti e si sono presentati poco più di venti aspiranti. La scuola italiana, era ferma, come pianta organica, dal 2011. Solamente con il mio arrivo è stato possibile potenziarla con 271 nuovi assunti in 4 anni. Per mantenere il nostro livello qualitativo, che è mediamente alto, serve più personale. E ci sono margini per crescere ancora.
Come sta procedendo l’insegnamento delle prime nozioni di inglese all’asilo?
Bene, molto bene direi. E a certificarlo è stata anche una ricerca condotta dall’Università di Bolzano. Con il plurlinguismo bisogna iniziare presto perché è un valore aggiunto su cui impostare la società altoatesina del futuro.
Con la scuola bilingue peraltro sarà dura partire già dall’anno 2023/2024. Giusto?
Direi che non ci sono le condizioni. È un tema che non fa parte del patto di giunta e non possiamo puntare i piedi. Da parte mia posso aggiungere peraltro che dall’anno scolastico 2024/2025 mi attiverò in ogni sede per questo tema tanto caro ai genitori ma non solo. Ce la faremo di sicuro.
Non teme di rompere con l’ala più conservatrice della Svp?
Bisogna avere il coraggio di portare avanti scelte che facciano bene ai nostri giovani e che diano al contempo una mano alle nostre aziende.
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