Sinigo, zanzare e ratti: resta l’emergenza 

Al laghetto. Lo stato di totale abbandono del bacino di pesca sportiva è una bomba sanitaria Sopralluogo di Provincia e Comune, il comitato di quartiere escluso dall’incontro insorge



Merano. Comune e Provincia ci mettono una toppa ma consumano uno strappo. Il laghetto di Sinigo lacera i rapporti fra base e amministrazione. La bomba sanitaria innescata dall’abbandono del bacino per la pesca sportiva aveva sollevato la protesta dei residenti presa in causa dall’organismo di rappresentanza periferica. Dal municipio rassicurano sulle misure escogitate per evitare la proliferazione di zanzare (ma anche i ratti restano un problema) e il comitato reagisce: se non ci coinvolgete in queste occasioni che ci riguardano direttamente, a cosa serviamo?

Il sopralluogo.

Il casus belli è la recente riunione sul luogo. C’era l'assessora Madeleine Rohrer, c’era il responsabile del servizio manutenzione immobili e cantiere comunale Nikolaus Mittermair, con loro i rappresentanti del consorzio di bonifica foce Passirio/foce Isarco, dell'Agenzia del demanio provinciale, dei Bacini Montani sud, i tecnici incaricati dell’elaborazione dello studio sulle falde a Sinigo (Ambrogio Dessì e Ronald Patscheider), Corrado Lucarelli della Ingegneri Patscheider & Partner srl. Nessuno del comitato di quartiere.

«Il recente svuotamento del laghetto di via Fermi ha evidenziato criticità che potrebbero insorgere con l’arrivo della stagione estiva e le problematiche relative alle fluttuazioni delle falde. Si è infatti potuto constatare che il manto impermeabilizzante presenta lacerazioni che mettono in comunicazione il fondo del laghetto con la falda superficiale» spiega in una nota il Comune relativamente a una proprietà che comunque resta in capo alla Provincia.

«Una volta risanati tali danni – aggiunge l’assessora Rohrer - al fine di garantire un ricircolo delle acque all’interno dello specchio d'acqua, verrà realizzato un piccolo bypass laterale lungo il canale Corridoni. Consentirà di addurre acqua al laghetto con la contestuale installazione di uno scarico sul lato opposto lungo via Fermi, assicurando nel contempo anche un deflusso nel canale esistente. Sarà così garantito il ricambio dell'acqua, si eviterà la proliferazione di zanzare e di altre specie infestanti e si creeranno le condizioni per una maggiore sicurezza idraulica in caso di forti eventi meteorici. Queste opere saranno costantemente monitorate e adeguate all'evolversi della situazione. Il Comune misurerà i livelli nei pozzi nell'area compresa tra via Fermi, via Nazionale e il torrente Nova, allo scopo di definire più dettagliatamente l'interazione tra la falda dell'Adige, le sopraddette zone e il laghetto stesso con le sue zone confinanti. Inoltre verrà verificata anche possibilità di rivalutare la funzione del laghetto».

La rabbia del Comitato.

«È inaccettabile che il Comune non ci abbia coinvolti riunione sulla gestione nel breve periodo delle problematiche legate al laghetto di Sinigo» spiega Paola Zampieri, presidentessa del Comitato che prosegue: «La tanto decantata collaborazione con i comitati resta lettera morta se neppure nell'ordinaria amministrazione non si rendono partecipi questi organismi che rappresentano chi vive quotidianamente le problematiche dei rioni».

Nessun invito, dice Zampieri, è pervenuto ai rappresentanti della frazione e da qui la protesta del Comitato che si estende anche alle decisioni prese dal Comune. «Al momento pare che per evitare che nell’area prolifichino le zanzare, l’unica soluzione che verrà adottata dal Comune sarà quella di gettare continuamente acqua corrente all’interno del laghetto per evitare che si trasformi in uno stagno in seguito ai movimenti della falda. Come Comitato di quartiere ci aspettiamo però che il Comune e la Provincia soprattutto, proprietaria del laghetto, propongano soluzioni definitive e non solo interventi temporanei di dubbia efficacia». SIM/J.M.













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