l’iniziativa

Solidarietà, da Merano al Benin sette pozzi per garantire l’acqua potabile

Le fonti d’acqua serviranno un bacino di 17.000 persone, e una sarà vicino a un centro di cura per malati mentali con 350 pazienti



MERANO. Garantire l’accesso all’acqua potabile nei paesi più poveri del mondo, e fare in modo che questa sia di buona qualità.

È lo scopo del programma pluriennale del Gruppo Missionario di Merano "Un pozzo per la vita", per la costruzione di nuove perforazioni per l'acqua potabile in Benin, in Africa occidentale.

Il progetto, che anche quest’anno ha ottenuto il supporto della Provincia di Bolzano e che sarà realizzato in collaborazione con le Caritas diocesane locali di Abomey, Parakou, N'dali e Natitingou e la Comunità San Camillo de Lellis, prevede la costruzione di sette nuovi "forage" in altrettanti villaggi del Paese del Golfo di Guinea.

Si prevede che, in totale, circa 17.000 persone beneficeranno delle nuove fonti d'acqua costruite dall'organizzazione di volontariato meranese fondata da Alpidio Balbo.

Una delle perforazioni, quella nel villaggio di Gbedavo, nel dipartimento delle Collines, sarà costruita presso un centro d'accoglienza, cura e reinserimento per malati mentali e tossicodipendenti dell'associazione San Camillo de Lellis di Gregoire Ahongbonon, «l'uomo che in Africa libera i malati di mente in catene», come lo definisce la stampa internazionale, che accoglierà circa 350 pazienti.

Dei sette pozzi, cinque saranno dotati di pompe idrauliche alimentate da impianti fotovoltaici e di torri piezometriche con serbatoi sopraelevati. L'intervento avrà un costo complessivo di circa 170.000 euro, parzialmente coperto dal contributo della Provincia autonoma di Bolzano di 109.000 euro.













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