Tamponi obbligatori da lunedì
La variante sudafricana. Il Comune propone per i test una postazione al Prader e una all’ex dopolavoro. Esentati i lavoratori della sanità, del settore sociosanitario, dei servizi sociali e del soccorso. Sarà consentito il transito da e per altri Comuni, ma senza soste in città
Merano. I primi sei casi della variante sudafricana del Covid-19 accertati a Merano, a San Pancrazio in val d’Ultimo, a Rifiano e a Moso in Passiria hanno indotto a un nuovo scatto in avanti la macchina operativa del contrasto alla pandemia. Ieri, dopo le prime riunioni mattutine – prima con l’assessore provinciale Thomas Widmann, poi col prefetto Vito Cusumano – l’ordinanza del presidente della giunta provinciale, un provvedimento che per quanto riguarda i quattro comuni colpiti dalla variante sarà in vigore da lunedì 22 febbraio a sabato 7 marzo.
Gli spostamenti.
Gli spostamenti da e per i comuni interessati andranno motivati con comprovate esigenze di lavoro, ragioni di salute o situazioni di necessità o urgenza, con obbligo di esibire l’esito negativo di un test antigenico o molecolare svolto nelle 72 ore precedenti. Per i pendolari che non possono essere collocati in regime di telelavoro questo si traduce in una serie di tamponi da svolgersi ogni 72 ore o meno. Ne sono esentati il personale del settore sanitario, di quello sociosanitario, dei servizi sociali e del soccorso, le forze dell’ordine e i militari in servizio.
Mentre per i paesi di San Pancrazio, Rifiano e Moso i rispettivi sindaci individuano nelle sale comuni i presidi per i test, Merano sembra intenzionata a istituire i propri punti di controllo a piazzale Prader e all’ex dopolavoro di Sinigo (è in discussione anche lo School Village, in via Wolf), con la possibilità di sottoporsi a tampone gratuito anche rivolgendosi ai medici di base o nelle farmacie convenzionate con l’Asl. Va detto che la gratuità sarà garantita dalla presentazione di un modulo rilasciato dal datore di lavoro.
I controlli.
I controlli saranno in capo alle forze dell’ordine, ieri oggetto di un primo coordinamento durante la riunione col prefetto. Nessun dettaglio, per ora, sui probabili posti di blocco che sarebbero istituiti ai confini cittadini, su un’intensificazione del monitoraggio di strade e passeggiate e sull’attività di controllo di chi arrivi a Merano – o lasci la città – impiegando i mezzi pubblici. Da ordinanza sarà consentito il passaggio per chi transiti da e per altre località, ad esempio da Lagundo a Bolzano, ma senza soste in città.
Screening di massa.
Ci sarebbero novità anche per quanto riguarda le visite ospedaliere, che secondo le intenzioni della direzione del Comprensorio sanitario dovrebbero essere ridotte. Invece della campagna di test a tappeto fortemente incoraggiata da Kompatscher per il momento non si conoscono dettagli. È verosimile che si ripeterà l’esperienza dello scorso novembre, soprattutto potendo sfruttare la chiusura delle scuole protratta fino al 7 marzo, ma per Merano l’organizzazione di uno screening potrebbe richiedere maggiore impegno di quanto non ne serva per i tre comuni del Burgraviato. Il Comune attiverà una linea telefonica per rispondere alle domande della popolazione.
Le chiusure.
A differenza di quanto previsto per il resto della provincia, tutte le attività di servizi alla persona (principalmente parrucchiere ed estetiste) già oggi dovranno chiudere, a eccezione di lavanderie e pompe funebri. Saranno chiusi anche tutti i cantieri che non prestino opere strettamente necessarie, mentre saranno consentite le attività a ciclo continuo che, se interrotte, potrebbero costituire una fonte di pericolo, così come quelle che svolgono servizio pubblico o servizi essenziali. Saranno sospese tutte le attività produttive industriali e commerciali, con eccezioni. Sarà sempre consentita infine l’attività di produzione, trasporto, commercializzazione e consegna di farmaci, tecnologia sanitaria e dispositivi medico-chirurgici nonché di prodotti agricoli e alimentari.
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