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Un diploma ad honorem per ricordare Manuel  

La storia. Studente del Classico, aveva 15 anni quando, nell’autunno  del 2019, una crudele malattia non gli ha lasciato scampo Riconoscimento voluto fortemente dai compagni oggi in quinta classe Il preside Aliprandini ha consegnato l’attestato ai genitori


Jimmy Milanese


MERANO. Cosa si può scrivere di un ragazzo che se ne è andato a soli 15 anni? Che aveva un sorriso contagioso? Che era disponibile con tutti? Che era amato dai suoi compagni di classe? E che ha voluto andare a scuola fino all'ultimo giorno? Manuel Ricciardi ci ha lasciati il 31 ottobre del 2019 in seguito a una leucemia e dopo mesi di sofferenza, vissuti a fianco dei suoi compagni di classe, ma la sua presenza all'Istituto Gandhi di Merano è estremamente viva, soprattutto nel ricordo della sua 2ªC indirizzo Classico, oggi classe di studenti di quinta che venerdì pomeriggio nell'auditorium dello School Village si sono stretti attorno a Marlene e Riccardo, i genitori di Manuel cui il preside Riccardo Aliprandini ha consegnato un Diploma di maturità “ad honorem”, appunto, in memoria del figlio e studente Manuel Ricciardi.

Una cerimonia estremamente sentita da tutti, dopo un iter burocratico agile raccontato daldirigente Aliprandini: «Sono passati tre anni da quel giorno, nel frattempo, stimolato da Nadia Cervo, amica della famiglia di Manuel, abbiamo inviato una lettera al Ministero dell'Istruzione per chiedere se fosse stato possibile assegnare a Manuel questo riconoscimento. In dieci giorni ci è arrivata la risposta positiva, poi è arrivato il Covid e ora siamo tutti qui», spiega commosso Aliprandini che continua: «È tutto merito dei suoi compagni! Manuel ha lasciato una forte impronta. Vorrei ringraziare il professor Stefano Usmari che all'epoca si prodigò molto per lui, ma anche tutti quelli che gli stettero vicino».

Tra gli interventi, quello di Verena Mitterer, ispettrice della Sovrintendenza che ha letto una lettera inviata dal sovrintendente Vincenzo Gullotta : «Difficile trovare le parole in una occasione come questa. Mi rivolgo a voi, ragazzi: non buttate nulla degli ostacoli che avete affrontato, conservateli come preziosi e unici, assieme al ricordo del vostro Manuel che sarà sempre con voi. Voi siete la dimostrazione di come la scuola dia il giusto valore alle persone».Toccanti le parole di Marlene Zenoniani e Riccardo Ricciardi, i genitori di Manuel. «Nostro figlio sarebbe contento di tutto questo e ringrazio voi ragazzi che avete supportato e sopportato Manuel in quei momenti, ma anche i genitori dei suoi compagni che ancora oggi ci chiamano per chiedere se abbiamo bisogno di qualcosa», le parole della mamma spezzate dalla commozione. «Ricordo quando stava male, gli ultimi giorni in cui faticava a studiare. Gli dissi che, avrebbe potuto fare tutto in videoconferenza. Lui mi rispose di no, che sarebbe andato a scuola comunque. Ragazzi, prendete esempio da questo», le parole del padre.

Tra chi lo ha voluto ricordare, anche due docenti:Marco Pozzi, professore di matematica, assieme alla collega Laura Speranza, insegnante di italiano e storia. «Il collega Usmari un giorno mi disse che dall'ospedale Manuel voleva assolutamente fare il compito in classe. Un compito che poi non andò bene. Per quel voto negativo mi sono sentito a lungo in colpa, poi ne parlai con la mamma di Manuel, la quale mi disse che non avrei dovuto provare quel peso, in quanto il figlio voleva sapere esattamente quale fosse il suo livello di preparazione in matematica. Come professore mi chiesi quale forza dovesse avere quel ragazzo che chiedeva a tutti di trattarlo come se nulla fosse», il ricordo di Pozzi. «Manuel - aggiunge la professoressa Speranza - era un ragazzo disponibile, sempre e con tutti. Era il tecnico in classe, lo è stato fino all'ultimo giorno. Lo ricorderò per sempre come un alunno dal grande senso critico».

Quindi, il ricordo di due compagni di classe a nome di tutti. Ecco quelle di Michele Petrilli: «Nonostante la malattia, Manuel tornò in classe con noi subito, prima a giugno poi a settembre. Era e sarà sempre uno di noi. Quando se ne andò fu straziante, ma questo è un momento in cui a Manuel diamo un meritatissimo diploma e dunque deve essere piacevole, così come lui ci direbbe sicuramente». Quindi Giulia Ricci, che a fatica trattiene le lacrime: «Ci siamo conosciuti sui banchi di scuola: elementari, poi medie e quindi superiori ed assieme saremmo dovuti andare fino all'esame di Stato. Il diploma lo meriti più di tutti, Manuel. Ti abbiamo ammirato e ci hai insegnato come vivere. Oggi siamo felici di partecipare a questo momento e agli esami, ovviamente, sarai con noi, Manuel».

Infine la dottoressa Laura Battisti, primaria di Pediatria e oncologia pediatrica all'ospedale di Bolzano: «Quando era da noi, Manuel chiedeva sempre quanto tempo sarebbe dovuto rimanere in ospedale, perché lui doveva andare a scuola. Era speciale».

 













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