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Vigneti, allarme flavescenza dorata: la più colpita la Bassa Atesina, primo caso nel Burgraviato

A Salorno in un vigneto colpito il 19% delle piante (dal 20% scatta l’eradicazione totale)



BOLZANO. Primo caso di flavescenza dorata nel Burgraviato. Lo rileva la relazione intermedia del monitoraggio dei giallumi: dal 16 agosto a oggi gli ettari di vigneti già controllati sono stati oltre 650.

Nella Bassa Atesina, fortemente colpita, ci sono zone in cui quasi una vite su cinque presenta sintomi di giallumi. A Salorno quasi tutte le zone controllate presentano viti sintomatiche; in un vigneto la percentuale di piante malate è arrivata addirittura al 19% (dal 20 per cento deve essere eradicato l’intero vigneto). 

“La diffusione della flavescenza dorata costituisce una grave preoccupazione. Potremo superare le sfide legate a questa situazione solo affidandoci alla ricerca e a un’adeguata consulenza”, spiega l’assessore provinciale all’agricoltura Arnold Schuler. Dalla metà di agosto, su incarico del Consorzio Vini Alto Adige, un team di addetti appositamente formati sta facendo visita ai vigneti di tutto l’Alto Adige e in particolare alle vigne di Chardonnay e Pinot Grigio e alle piante di tutte la varietà messe a dimora due e tre anni fa, per marcare le viti sintomatiche con un nastro giallo-nero.

“Quest’anno ci concentriamo in uguale misura su tutte le zone di coltivazione dell’Alto Adige, così da accertare la diffusione e poter pianificare i necessari interventi”, spiega Hansjörg Hafner, responsabile del settore Viticoltura presso il Centro di Consulenza per la fruttiviticoltura dell’Alto Adige. In tutta la provincia, il Servizio Fitosanitario e il Centro di Consulenza per la fruttiviticoltura dell’Alto Adige raccolgono a campione esemplari di foglie da inviare al Centro di ricerca Laimburg per le analisi di laboratorio. A occhio nudo, infatti, la Flavescence dorée, nome scientifico della flavescenza dorata, non è distinguibile dalla malattia del legno nero. “Quest’anno, in laboratorio, esaminiamo soprattutto campioni di foglie di zone e vigneti che, in passato, non sono stati mai colpiti o colpiti solo leggermente. Anche questo contribuisce al monitoraggio della diffusione. Il sospetto di flavescenza dorata è stato confermato in oltre il 15 per cento dei campioni esaminati in laboratorio”, sottolinea Raffael Peer, responsabile del progetto del Centro di Consulenza per la fruttiviticoltura dell’Alto Adige.

Il primo caso sospetto in Alto Adige è stato registrato nel 2016; da allora il numero di infestazioni è in costante aumento e la malattia delle vigne si sta diffondendo da sud a nord.













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