L'intervista

«WineFestival, sarà un ritorno alle origini» 

La prossima settimana scatta la trentesima edizione delle kermesse che ritorna in presenza. Il patron Helmuth Köcher: «Ingressi contingentati e misure di sicurezza, ma siamo sempre al top dell’enogastronomia»


Jimmy Milanese


MERANO. Il Merano WineFestival compie 30 anni e per l'occasione il suo patron Helmuth Köcher ha scelto un tema che lo proietterà nei prossimi decenni. Infatti, su “Le ali della bellezza” dal 5 al 9 novembre ritorna, dopo l'assenza forzata del 2020 per via della pandemia (sostituita da un’edizione “digitale” dell’evento), il Merano WineFestival quest'anno di nuovo in presenza.

La kermesse internazionale nata nel 1992, negli anni è diventata un vero e proprio simbolo d'eccellenza per la nostra città. Assieme al Gran Premio Merano, il WineFestival è l'evento più seguito e internazionale che Merano possa vantare, capace come è di catalizzare per quasi una settimana migliaia di persone, oltre all'attenzione dell'intero mondo enogastronomico italiano e non solo.

Interamente dal vivo e nella massima sicurezza, sarà possibile seguire l'evento anche in modalità online. Quindi, porte aperte già venerdì 5 novembre con la Cocktail & Drink Competition, ovvero una gara all'ultimo shake che metterà di fronte ogni giorno otto bartender che si contenderanno il WH Globe Gold e gran finale martedì 9 novembre con il Catwalk Champagne & more; esclusivo percorso enogourmet tra Champagne, Metodo Classico ed eccellenze gastronomiche. In mezzo, il programma “classico” del WineFestival.

Helmuth Köcher, finalmente si ritorna in presenza, con la 30esima edizione del Merano WineFestival che segna la ripartenza dei grandi eventi in città.

Sicuramente la sfida è notevole per via dei limiti imposti dalle regole anti-Covid, ma allo stesso tempo queste limitazioni riportano il Festival alle origini. Avremo lo stesso numero di produttori del 2019, suddivisi nelle varie giornate. Inoltre, l'accesso del pubblico sarà limitato a 950 persone al giorno, con sabato 6 già sold-out e le restanti giornate che si stanno riempiendo, vista l'alta qualità dell'offerta di quest'anno, appunto, spalmata su tutti i giorni a partire già da venerdì con la spettacolare Cocktail & Drink Competition, fino a martedì con il Catwalk Champagne & more, ovvero un suggestivo percorso tra i migliori Champagne. Questa, credo, una esperienza unica nel suo genere.

Il fattore sicurezza: come vi siete preparati?

Controllo del Green Pass all'entrata, mascherina obbligatoria, tranne quando si beve. Quaranta persone dedicate alla sicurezza, ma anche un massimo di una persona per cinque metri quadrati in ognuna delle sale del Festival. Ho visto altri eventi di questo genere, e per me la sicurezza è una priorità. Il livello è molto alto, dobbiamo dare un esempio e mostrare che è possibile organizzare una manifestazione del genere anche in presenza di queste restrizioni.

Quali sono i numeri di questa kermesse che ormai travalica il campo del vino, vista la serie di eventi collaterali che lo caratterizzano?

Penso che se guardo la città, in un periodo dove non ci sarà turismo, i numeri di quest'anno da una parte non creeranno problemi, ma dall'altra rappresenteranno un'ottima occasione per la città. Infatti, il prossimo weekend non ci saranno molti turisti a Merano. Se consideriamo che circa 4500 persone spalmate su 5 giornate arriveranno in città, ecco, allora non lo vedo un problema. Ci saranno anche 800 produttori in totale, suddivisi nelle varie giornate, ma anche show cooking, una decina di chef e tanti eventi collaterali tra le sale del Kurhaus, l'Hotel Terme Merano e la GourmetArena. Molti gli ospiti illustri, tra i quali Franco Pepe, lo chef stellato e volto televisivo Gennaro Esposito, l’ex pilota di F1 Jarno Trulli, Massimo d'Alema e tanti altri che girano attorno al mondo enogastronomico.

Tornando indietro, come si ritrovò a diventare patron del Merano WineFestival?

Nel 1999 iniziai a non essere ben visto da qualcuno in Comune dove lavoravo, perché da qualche anno era iniziata la mia passione del WineFestival. A quel punto mi trovai di fronte a un bivio: rimanere in Comune, oppure andarmene e puntare sul WineFestival. Un salto nel buio, perché allora l’evento non generava utili.

Quindi, per questo lasciò il suo posto da dirigente in Comune?

Esattamente. Con Luciano Rappo eravamo in due a gestire il festival. Stavo per mollare, sentivo più a cuore i problemi di Merano che l’evento ma Winfried Felderer, l'allora presidente della Azienda di Soggiorno, mi convinse a non mollare quella creatura ad altri.

Qual è stato negli anni il contributo del Festival alla sua città, secondo lei?

Nel 1992 gli hotel chiudevano ad ottobre, con un evento realizzato in un periodo morto dovetti fare un accordo con alcuni hotel per farli rimanere aperti. Con il Festival la città ha iniziato ad avere una nuova stagione turistica, poi allungata dai Mercatini di Natale. Da 240 giorni di turismo siamo passati agli oltre 300 e in questo il Festival ha avuto un ruolo importante.

Intende una crescita anche nella qualità dei servizi gastronomici e alberghieri offerti?

Certo, i frequentatori del WineFestival hanno contribuito a garantire questo passaggio. Oggi abbiamo hotel di 5 e 4 stelle, ospitalità alberghiera ad altissimi livelli. Merano fino agli anni '70 era un tempio gastronomico, negli anni '80 lo aveva perso, con il Festival lo ha recuperato.

Lei dice che il vino ha questo potere?

Il mondo del vino raggruppa imprenditori importanti come Ferragamo, Bulgari e tanti altri. Tutti hanno aziende vitivinicole, così come star dello sport o della musica quali Pirlo o Sting. Il vino è un catalizzatore, in una città circondata da vigneti come la nostra.

È questo che ha fatto di lei un ambasciatore di Merano nel mondo?

Viviamo in un paradiso, per lavoro giro parecchio e da nessuna parte trovo un'altra città nella quale vorrei abitare, se non Merano. Città medievale, sassi che raccontano la storia, un patrimonio di cultura immenso, ecco, con tutto questo bagaglio dobbiamo mirare solo alla qualità. Ogni volta che porto un contributo alla mia città, mi sento felice, soprattutto dopo un periodo così difficile. Per lavoro mi trovo con sindaci, prefetti, organizzo conferenze stampa con presidenti di Regione. Sono trent'anni che faccio da ambasciatore e chi mi incontra per prima cosa vede la mia passione non solo per il vino, ma per Merano. Ovunque vado, parlo e porto sempre dietro un pezzo della nostra città.

Cosa si sentirebbe di consigliare al neo sindaco Dario Dal Medico?

Dal mio punto di vista, sicuramente può dare tante novità a Merano. Mi aspetto che in questi tre anni e mezzo prenda decisioni importanti che siano da guida per il futuro. Non un governo amministrativo che porti avanti le cose già fatte. Lo conosco bene e sono convinto che lui sia la persona giusta per garantire che le cose vadano fino in fondo.













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