il caso

Molestie a Rimini, l’Ana dell’Alto Adige: «I colpevoli siano puniti»

Il presidente D’Ambrosio: «Occorre fare piena chiarezza su questi episodi e punire chi si è reso responsabile di molestie o violenze. E se tra loro risultassero esserci degli alpini, la cosa sarebbe doppiamente grave»


di Paolo Tagliente


BOLZANO. La condanna è ferma, senza se e senza ma. Pasquale D’Ambrosio, dal 2020 presidente dell’Ana Alto Adige, non ha dubbi: «Occorre fare piena chiarezza su questi episodi e punire chi si è reso responsabile di molestie o violenze. E se tra loro risultassero esserci degli alpini, la cosa sarebbe doppiamente grave».

A Rimini, per la 93esima Adunata nazionale degli Alpini, c’era ovviamente anche lui e ha sfilato alla testa degli alpini della sua sezione.

E anche lui, come la totalità delle Penne nere, è amareggiato dalla furiosa polemica al centro della quale in queste ore si trovano gli alpini e l’adunata a causa delle centinaia di segnalazioni di molestie che sarebbero avvenute durante il grande evento riminese. Nelle scorse ore, è addirittura partita online una raccolta firme per chiedere che l’Adunata nazionale degli alpini venga vietata per due anni.

Presidente, cosa pensa della vera e propria bufera in cui si sono venute a trovare l’Ana e l’adunata?

Prima di tutto, da uomo e da alpino, voglio esprimere la mia solidarietà e la mia vicinanza a chiunque abbia subito qualsiasi forma di abusi o violenze. A questo aggiungo che la goliardia che fa da contorno all’adunata nazionale non deve in nessun modo giustificare comportamenti inaccettabili. Detto questo, personalmente, ritengo che questi non siano atti compiuti da alpini.

Prima perché sono comportamenti lontanissimi da quelli che sono i nostri valori e i nostri principi, da sempre. Valori come la solidarietà, l’aiuto al prossimo, le migliaia di ore di lavoro nel volontariato, le raccolte di denaro devoluto in beneficenza.

Gli alpini dell’Ana, infatti, sono da sempre in prima fila nel volontariato e colonna portante della Protezione civile, operativi in tutte le calamità, in Italia e anche all’estero.

Occorre condannare i colpevoli e chiedere che sia fatta piena luce su questi episodi, ma evitiamo di buttare nel tritacarne 150 di storia e gettare fango su migliaia di italiani che, all’adunata, in molti casi, ci sono andati con mogli e figlie.

Nella nostra storia, inoltre, anche il rispetto per le donne c’è, da sempre.

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