Giustizia

Processo sui pesticidi, assolto Karl Bär

La procura di Bolzano ha chiesto la modifica dell’imputazione sulla “contraffazione del marchio” facendo così decadere l’accusa



BOLZANO. Oggi (venerdì 6 maggio), durante il processo sui pesticidi altoatesino, il tribunale di Bolzano ha assolto Karl Bär da ogni accusa. Dopo che, già a gennaio di quest'anno, tutte le querele a carico dell'agronomo erano state ritirate, nella giornata odierna la procura di Bolzano ha chiesto la modifica dell'imputazione facendo così decadere l'accusa pendente di contraffazione del marchio che avrebbe dovuto essere dibattuta durante l'udienza di oggi.

Karl Bär e l'Umweltinstitut München vengono perciò prosciolti. Per gli ambientalisti tale verdetto rappresenta un'importante vittoria in difesa del diritto alla libertà d'espressione.

La corte ha prosciolto Bär dopo che, a seguito della forte pressione pubblica internazionale, tutti i 1376 querelanti coinvolti hanno ritirato le proprie accuse. L'accusa di contraffazione del marchio, in quanto reato perseguibile d'ufficio, sarebbe rimasta in piedi ugualmente, anche dopo il ritiro di tutte le querele in essere.

Nonostante ciò, in occasione dell'udienza di oggi, il pubblico ministero ha richiesto la modifica dell'imputazione, che da contraffazione del marchio è stata convertita in diffamazione, portando così all'immediato proscioglimento di Bär.

Si è chiuso il processo sui pesticidi, assolto Karl Bär. Gli avvocati: «Da oggi siamo un po’ più liberi»

Si è chiuso a Bolzano il processo sui pesticidi. Il tribunale di Bolzano ha assolto Karl Bär, dell'Umweltinstitut München, da ogni accusa.

«A ottobre 2020 il Consiglio d'Europa aveva definito il processo altoatesino a carico del mio cliente un'azione legale strategica e quindi un vero e proprio attacco alla libertà d'espressione. Oggi possiamo dire di aver avuto la conferma di quanto questo fosse vero anche in tribunale», commenta l'avvocato Nicola Canestrini che, insieme all'avvocatessa Francesca Cancellaro, rappresenta Karl Bär.

«Dove non c'è querelante, non c'è giudice: il ritiro di tutte le 1376 querele ha dimostrato che la pressione pubblica è il miglior strumento di difesa dalle cause strategiche, purché non ci sia una tutela legale contro di esse», spiega Fabian Holzheid, referente politico del Umweltinstitut München. «Il nostro grazie va a tutti coloro che ci hanno sostenuto in questo processo con energia, solidarietà e denaro. Il nostro lavoro contro i pesticidi pericolosi continua fuori dall'aula di tribunale», dice Holzheid.

Nel 2017 Karl Bär, all'epoca dipendente dell'Umweltinstitut München, era stato accusato di diffamazione e contraffazione del marchio dall'assessore provinciale altoatesino Arnold Schuler e da oltre 1370 agricoltori locali per la sua azione di sensibilizzazione rispetto all'elevato impiego di pesticidi nei meleti dell'Alto Adige/Südtirol.

Dopo le rimostranze dell'opinione pubblica, sorte in Europa, tutti i querelanti hanno ritirato le proprie accuse a carico dell'agronomo tedesco che, nel frattempo, è stato eletto membro del Bundestag.

La sentenza per Bär arriva a pochi giorni dalla presentazione, da parte della Commissione Ue, di un'iniziativa anti Slapp il cui focus è una direttiva europea di contrasto alle cause legali strategiche contro la pubblica partecipazione.













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