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Protezioni dai grandi predatori, il caso dell’Alto Adige: molte meno domande di recinzioni che in Trentino

Il consigliere verde Riccardo Dello Sbarba chiede chiarezza



BOLZANO. Sul tema dei sistemi di protezione delle greggi dall’attacco dei grandi predatori, in Alto Adige nel 2020 sono state presentate solo 6 nuove domande di contributo per la costruzione di recinzioni, a fronte delle 172 domande in Provincia di Trento; nel 2018 furono 6 le domande di contributo per arnie e 20 per recinzioni (di cui 5 respinte) e nel 2019 furono 16 le domande per arnie e 4 per recinzioni: lo ha riferito Riccardo Dello Sbarba (Gruppo verde) domandando quante nuove domande di contributo per la difesa di arnie e quante per la difesa delle greggi sono state presentate nel 2020 e nel 2021 e in quali zone, quante di esse sono state ammesse e quante liquidate a installazione avvenuta, nel corrente anno quanti allevatori e apicoltori dispongono in totale di sistemi di protezione in Sudtirolo e in che percentuale rispetto al totale degli apicoltori e allevatori potenzialmente interessati, se la Provincia ha dati su quanti sistemi analoghi di protezione siano attivi nelle altre regioni alpine interessate dalla presenza di orsi e di lupi e come può essere interpretato il confronto tra le altre regioni alpine e la provincia di Bolzano, se negli ultimi 2 anni è aumentata la percentuale dei costi coperta da contributo e di quanto.

Nel territorio altoatesino vige una battente campagna mediatica sul tema, ha aggiunto il consigliere, dando l’illusione che sia possibile una soluzione radicale non permessa dall’Unione Europea: questo farebbe sì che ci sia chi rinuncia a misure di tutela a favore di possibili proposte più radicali. L’assessore Arnold Schuler ha riferito che a difesa delle greggi erano state presentate 6 domande di contributo nel 2020 e 7 nel 2021, di cui 4 in Venosta, 3 a Merano, 3 a Bressanone, 2 a Bolzano e 1 in Alta Pusteria; per la tutela delle arnie nel 2020 c’erano state 12 richieste, nel 2021 88, di cui solo 40 realizzate.

Per le misure di tutela attuate nei pressi della sede del maso mancano i dati, ma non sono previsti contributi; mancano anche dati relativi alle altre regioni, sulla base dei quali fare dei controlli, ma per dare un’idea, nel Trentino sono 8-900 le aziende latto-casearie, in Alto adige circa 9.000, con dimensioni esigue e limitati capi di bestiame. Con delibera del 21 settembre sono stati adeguati i rimborsi: prima si poteva assumere solo il 70% dei costi, ora il 100%, ma solo in relazione alle strutture realizzate.













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