La pandemia

A Brunico 16 pazienti Covid in ospedale: sono tutti no vax 

Il primario Marco Pizzinini guida il reparto di anestesia: «La situazione nel nostro centro è difficile ma sotto controllo. Due dei ricoverati sono in terapia intensiva. I contagi sono in aumento e riguardano sempre di più persone fra 40 e 60 anni»


Ezio Danieli


PUSTERIA. L’aumento di contagi da Covid 19 riguarda anche Brunico e la Val Pusteria, come in generale tutta la provincia di Bolzano e il resto del territorio nazionale. La difficile situazione dovuta alla pandemia sta avendo delle ripercussioni sull’ospedale del capoluogo pusterese dove la situazione, almeno per ora, è comunque sotto controllo.

In terapia intensiva ci sono, al momento, due persone che sono in prognosi riservata. Altri 14 sono i pazienti ricoverati con i sintomi del virus: per fortuna sono tutti in condizioni non preoccupanti e stabili. “Tutte le sedici persone non sono vaccinate. Si tratta di no vax, convinti di non voler farsi il vaccino”. Lo dice Marco Pizzinini, coordinatore sanitario dell’ospedale e primario del reparto di anestesia e terapia intensiva. Che aggiunge: “Il personale sanitario si prodiga nei confronti di questi come di tutti i pazienti dimostrando una grande professionalità e molta abnegazione nello svolgimento del lavoro, ma il comportamento dei no vax è deprecabile”.

Come vede la situazione in ospedale alla luce dell’emergenza e dell’aumento dei contagi ?

"Rispetto all’aumento dei casi di contagio, la situazione in ospedale a Brunico resta tutto sommato buona. Diciamo - prosegue Pizzinini - che è sotto controllo, anche se continuiamo a monitorarla in presenza di dati dei contagiati che sono in continuo aumento. Possiamo dire che finora abbiamo retto con una certa tranquillità. Siamo pronti ad affrontare il peggio, nella speranza ovviamente che non si verifichi”.

Avete avuto l’esigenza di ridurre l’attività in altri reparti per spostare personale nell’assistenza ai malati di Covid?

“Per il momento no. Con la stagione turistica invernale in pieno corso, bisogna fare i conti con gli infortuni che si verificano sulle piste da sci. Dovessero essere numerosi, come accade di solito in inverno, è pronto un piano che prevede collaborazioni con gli altri ospedali e le cliniche private della zona. Ma finora non c’è stato bisogno di ricorrervi. Per fortuna finora gli infortuni sugli sci sono stati inferiori al passato, anche per il numero di sciatori a sua volta ridotto rispetto agli ultimi inverni pre pandemia”.

A proposito dei ricoveri per Covid, cosa ci può dire?

“Rispetto alla prima e seconda ondata vissuta negli scorsi mesi, l’età media dei contagiati si è abbassata sensibilmente: ora vengono ricoverate soprattutto persone fra i 40 e i 60 anni e in gran parte si tratta di persone che non si sono vaccinate”.

Ribadisce quindi la validità del vaccino?

“È l’unica arma che abbiamo per combattere l’epidemia o per lo meno per contrastarla efficacemente. Ognuno è libero di fare quello che vuole, sia ben chiaro. Ciò che non tollero è il comportamento di quei no vax che non perdono occasione per ostacolare il lavoro del personale medico e infermieristico che si prodiga, con abnegazione, per farli star meglio”.













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