Lo studio

Ambiente e Olimpiadi 2026, come cambia anche il turismo

Il progetto di ricerca dell’Università di Bologna: tramite una serie di video-interviste riguardanti l’ambiente dolomitico, si prefigge di indagare il futuro di questo territorio Patrimonio Unesco


Jimmy Milanese


DOLOMITI. Un dialogo a più voci che ha come argomento l'impatto del cambiamento climatico e delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026 sulle Dolomiti. A realizzarlo sono stati Andrea Zinzani, ricercatore in geografia dell'ambiente dell'Università di Bologna e Danilo Ortelli, videomaker professionista. Nello specifico, si tratta di una serie di video-interviste, nell'ambito di un progetto di ricerca sull'ambiente dolomitico curato appunto da Zinzani che come obiettivo si prefigge di indagare il futuro di questo territorio Patrimonio Unesco.

Tra i protagonisti che hanno voluto dare il loro contributo ci sono attivisti ed esperti del calibro di Roberta De Zanna (Cortina Bene Comune), Luigi Casanova (Mountain Wilderness), Anselmo Cagnati (Centro Valanghe Arabba), Diego De Battista (Ceo Funivie Arabba), Cesare Lasen (Comitato scientifico Fondazione Dolomiti Unesco), Luigi Alverà (Cai Cortina) e Michele Da Pozzo (Direttore Parco naturale Dolomiti).

«Negli ultimi anni i cambiamenti climatici stanno profondamente influenzando gli equilibri geologici ambientali su scala globale. Oggi la geografia ci permette di comprendere la dimensione sociale e politica della natura e dell'ambiente. Alla luce della crisi climatica è fondamentale interrogarci sul presente e sule visioni di futuro dell'ambiente dolomitico», esordisce il ricercatore bolognese.

«Effetti evidenti di questa crisi anche oltre i dati nudi e crudi», aggiunge De Zanna che si augura un superamento del modello di turismo da montagna oggi praticato e critica la Fondazione Unesco per incapacità nel portare qualcosa di nuovo nel territorio. Il riferimento è ad esempio alla tragedia della Marmolada con il dramma ad essa connesso.

«Ovvero, la tempesta Vaia che nell'autunno del 2018 ha sconvolto intere foreste, oppure l'attacco del parassita Bostrico, quindi la riduzione della portata dei laghi che nonostante le piogge recenti non potrà essere mitigata», spiega Casanova.

Il timore, secondo Lasen, è che alla fine le persone «facciano il callo a questa situazione», per questo la richiesta alla politica di immaginare soluzioni a medio-lungo termine oltre che affrontare le emergenze.

Invece, Da Pozzo parla del fenomeno delle precipitazioni rimaste invariate se si guarda alla media annuale ma con evidenti concentrazioni in episodi più intensi che causano periodi di siccità i quali da diversi decenni non si vedevano.

Dal canto suo, il ceo delle Funivie Arabba difende l'utilizzo dell'acqua per l'innevamento artificiale, sostenendo che: «Il quantitativo utilizzato a tale scopo incide in modo marginale rispetto ai quantitativi di acqua portata dai torrenti», in sintesi spiega Battista.

Pessimista il responsabile del Centro Valanghe di Arabba: «Parliamo di problematiche evidenti già negli anni Ottanta, ovvero modelli climatici che prevedevano tutto anche se alla fine è accaduto di peggio», lapidario Cagnati. Sparla di sviluppo associato a tutela Cagnati, ovvero parametri che devono portare alla capacità di gestire il futuro.

Quindi, si parla delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026: «Potevano essere una occasione, il dossier di candidatura dedica 48 pagine alla sostenibilità. Pagine che qualsiasi ambientalista avrebbe sottoscritto mentre oggi dobbiamo dire che questo evento è una disgrazia con previsione di spesa che supera i 4 miliardi di euro», duro Casanova.

Non è d'accordo De Battista che dal canto suo parla di Milano-Cortina 2026 nei termini di evento sportivo, almeno sulla carta: «Tra i più sostenibili e meno invasivi di sempre». Ne fa anche una questione economica De Zanna che agli organizzatori delle Olimpiadi chiede di non provvedere al rifacimento della tanto contestata pista da bob che alla fine, sostiene l'attivista: «Dovrà servire solo per poche persone». Il punto per gli operatori del settore è nel fatto che il turismo vive di collegamenti, quindi, importante sarà «pianificare con intelligenza e la sostenibilità potrà essere così garantita», la replica di De Battista.

In definitiva, «limite e risparmio» sono le due parole che attraversano i discorsi degli esperti, senza però sacrificare lo sviluppo del territorio e anche, in un certo senso, quello del turismo













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