la proposta

Chiudere i passi dolomitici alle auto: nasce un comitato scientifico

Il progetto pilota si chiama «Car is over» e tra le prossime iniziative spiccano flash mob, petizioni e raccolte di firme. Regista Michil Costa, ne fanno parte Diego Caso, Riccardo Dello Sbarba, Silvia Simoni, Luigi Spagnolli, Helmut Moroder


Massimiliano Bona


ALTA BADIA. Ambientalisti, politici, professionisti ed esperti di montagna hanno deciso di fare fronte comune e di tornare alla carica per la chiusura parziale dei passi dolomitici, un obiettivo ambizioso condiviso da molti altoatesini da oltre 20 anni ma che per vari motivi non si è mai concretizzato. I (blandi) tentativi fatti fino a oggi sono andati sistematicamente a vuoto. Albergatori e impiantisti in particolare frenano perché temono un calo degli introiti e alla vigilia delle elezioni provinciali saranno molti gli ostacoli da superare, almeno per l’estate 2023.

Il primo problema è costituito dalla prudenza e dalla ritrosia dimostrate finora dalla Provincia, poco o per nulla propensa a fare scelte radicali. Già costituito un comitato scientifico. Il regista di quest’operazione è Michil Costa, albergatore-ecologista (candidatosi in più occasioni con i Verdi) che ha deciso di costituire un comitato scientifico nell’ambito del progetto «Car is over - chiusura dei Passi dolomitici estate 2023». Il primo incontro si è tenuto giovedì sera online. Al momento hanno accettato di far parte del Comitato scientifico personaggi di primo piano provenienti dai mondi più disparati: Luigi Casanova (dottore Forestale e storico esponente e presidente onorario di Mountain Wilderness), Diego Cason (sociologo del turismo e della pianificazione territoriale), Michil Costa (oste, imprenditore, presidente della Maratona dles Dolomites e autore di “FuTurismo-Un accorato appello contro la monocultura turistica”), Stefano Dell'Osbel (architetto ed esperto in mobilità e promotore del progetto "Treno delle Dolomiti" dell'agordino), Riccardo Dello Sbarba (filosofo, giornalista professionista e consigliere provinciale di Bolzano dei Verdi), Helmut Moroder (ingegnere e consulente nel settore mobilità, responsabile di sviluppo e innovazione presso la Sad di Bolzano), Silvia Simoni (ingegnere ambientale e ceo di Mountain-eering), Luigi Spagnolli (ex sindaco di Bolzano e senatore) e Carlo Zanella (presidente del Cai Alto Adige).

Nell’iniziativa, sicuramente ambiziosa, sono stati coinvolti anche Francesco Ricci, coordinatore e responsabile della comunicazione, Marlene Zanotti, coordinatrice e responsabile della comunicazione e Serena Rela, coordinatrice del progetto. In ballo anche petizioni, raccolte firme e flash mob. Nel corso del primo faccia a faccia online c’è stata una breve presentazione da parte di ciascun membro del comitato scientifico, poi Michil Costa - nei panni di promotore - ha illustrato lo stato dell’arte sul percorso per la chiusura dei Passi dolomitici fatto finora, dal lontano 1999 al 2023. In ballo, è stato precisato, c’è una proposta pilota di chiusura parziale dei Passi per l’estate 2023. C’è stato anche un confronto aperto sulle prossime iniziative in agenda e tra le iniziative sul piatto figurano anche petizioni, raccolte firme e flash mob. L’obiettivo di fondo è quello di raccogliere consensi non solo tra i residenti ma, in assoluto, tra chi ha a cuore il futuro della montagna e non vuole che le Dolomiti diventino un luna park a cielo aperto













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