Covid, Ortisei zona franca per il virus 

I dati. La percentuale di positivi è dello 0,1%. Ciò conferma come gran parte della popolazione sia immune dopo i tanti morti in primavera Partecipazione record il primo giorno con quasi due ore di coda durante il massimo afflusso. «Una buona iniziativa, giusto isolare gli asintomatici»


stefano zanotti


Ortisei. Ortisei è uno dei pochi Comuni altoatesini risparmiati dal coronavirus, almeno in questa seconda ondata. I positivi, infatti, sono solo lo 0,1 per cento. La gran parte dei residenti è immune, come hanno conferma nei giorni scorsi diversi medici di base, perché è già venuta in contatto col virus. Lo screening di massa ad Ortisei è partito con un enorme afflusso ai 2 presidi sul territorio comunale. Si sono registrati tempi d’attesa fino a due ore, nei momenti più critici. L’obiettivo è quello di effettuare 3mila tamponi rapidi per controllare tutta la popolazione di età superiore ai 5 anni, esclusi coloro che vengono regolarmente testati oppure che sono appena guariti dal coronavirus. Per l’amministrazione provinciale la partecipazione è l’unico modo per non restare in lockdown fino a febbraio, quindi solo in caso di un’ampia partecipazione sarà possibile ridurre le restrizioni a poche settimane e confermare la graduale riapertura delle scuole martedì 24, partendo con asili ed elementari, ritenuta una priorità assoluta. Ortisei ha risposto in massa all’appello, tanto che solo nel primo giorno si sono presentante 1049 persone alle postazioni e solo lo 0,2% è risultato positivo. Claudia Klöcker, maestra di scuola elementare, ritiene che sia doveroso dare il proprio contributo. «Sono assolutamente convinta che al momento sia la cosa migliore da fare. In ogni caso tutti ne dovrebbero approfittare. Per la macchina organizzatrice è uno sforzo enorme. Naturalmente spero che i positivi siano davvero pochi, in modo tale che dalla settimana prossima si possa veramente ripartire, iniziando con la conferma delle riaperture delle scuole dell’infanzia ed elementare martedì 24 novembre. A livello organizzativo forse era meglio indicare degli orari, oltre che dividere le zone. Trattandosi di una prima assoluta va benissimo ugualmente». Karin Rifesser, titolare di un residence della zona, si è presentata assieme al figlio Nick: «La ritengo un’iniziativa mirata per identificare le persone positive e per poter isolare soprattutto coloro che non manifestano sintomi, in modo da poter far ripartire, gradatamente, oltre che le scuole anche con l’economia in difficoltà oramai da troppo tempo. In ogni caso, per quel che mi riguarda, non prevedo tempi brevi per il turismo. L’attesa di circa un’ora, secondo me, è accettabile. Bisogna avere la necessaria pazienza».

Sophie, studentessa minorenne (intervista autorizzata dai genitori), è dell’idea che se tutto ciò giova, come dicono, ad accelerare i tempi per tornare gradatamente alla normalità, allora, questo ulteriore piccolo sforzo va fatto. «Noi giovani, al momento, siamo privati di troppe cose; la scuola, lo sport, le feste e qualsiasi contatto fisico e sociale con i nostri coetanei, e questi sono anni che difficilmente potremmo recuperare in età adulta».

Richard Mair, un veterano nel mondo della scuola con 25 anni di insegnamento alle spalle, ritiene la strategia attuata dalla Provincia molto positiva «In questo modo gli asintomatici vengono isolati, tutelando anche gli altri. Inoltre la curva epidemiologica scenderà, anche se non escludo che tra qualche mese verremmo chiamati ad un ulteriore test. Ritengo che per un periodo, intanto, si possano riaprire le attività. Sono felice di tornare in classe martedì e sono ottimista di poterci rimanere fino a giugno. Inizialmente avevo captato un certo scetticismo sulla necessità di farsi testare ma i dati di questi primi giorni confermano come tutti, o quasi, si siano convinti. Per quanto attiene l’organizzazione, i tempi di attesa non credevo fossero così lunghi. Non so se sia solo un caso di Ortisei oppure un fenomeno presente anche in altri Comuni. In ogni caso lo si fa. Invece, presso le postazioni, i prelievi sono stati fatti in modo molto professionale».

L’obiettivo che accomuna un po’ tutti i residenti è quello di tornare il prima possibile alla normalità. Le restrizioni, pur se necessarie, non fanno felice nessuno.

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