Gli ambientalisti: Dolomiti, stop al turismo di massa
Il dossier di 11 associazioni. Ci sono Dachverband, Fondazione Langer, Legambiente e Wwf «Pronti a rivolgerci - spiegano Dissinger e Riedl - ai Ministeri dell'Ambiente e dei Beni Culturali»
Gardena/badia. «Il turismo di massa sulle Dolomiti deve essere fermato!». Una semplice quanto efficace frase che racchiude il senso del dossier «Dolomiti Unesco» firmato da undici associazioni ambientaliste che operano in provincia, tra le quali in prima linea c'è la Federazione Protezionisti Sudtirolesi. «Per proteggere la montagna è necessario un piano di gestione efficace!», rivendicano le associazioni che con questa azione vogliono sottolineare la grave mancanza di misure per la protezione dell'area dolomitica e allo stesso tempo intensificare i rapporti con la leadership del Patrimonio Mondiale dell'UNesco e con l'Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (Uicn). In quanto patrimonio naturale dell'umanità dell'Unesco, le Dolomiti non sono state e non sono sufficientemente protette dai massicci e sempre più numerosi flussi turistici che inevitabilmente causano anche gravi danni all'ambiente, si legge nella nota della Federazione Protezionisti Sudtirolesi, la quale assieme ad altre dieci sigle, tra le quali Fondazione Alex Langer, Legambiente e Wwf, ha unito diverse sigle dell'associazionismo per proteggere le Dolomiti. Nel dicembre del 2019 è quindi nato il dossier "Dolomiti Unesco". In questo documento viene denunciata la mancanza di protezione di questa zona di montagna. Il dossier parte dalla constatazione che il dibattito aperto a Parigi l'estate scorsa e culminato nel meeting del 3 novembre con Unesco e UICN non ha ancora prodotto risultati concreti. In un passaggio del dossier, si legge che: «A livello locale, la Fondazione Dolomiti Unesco e le amministrazioni competenti - sottolineano Andreas Riedl e Klauspeter Dissinger- non hanno fatto nulla per contrastare questo afflusso turistico sproporzionato, non hanno elaborato un piano di gestione sostenibile e non hanno avviato alcuna misura di tutela dell'ambiente montano dolomitico. La Fondazione Dolomiti non è stata in grado di bilanciare sufficientemente i diversi interessi a livello locale e politico e di attuare azioni concrete». Ad ogni modo, nel corso del meeting svolto nei giorni scorsi, Unesco e Uicn hanno ringraziato le associazioni per il lavoro di monitoraggio svolto sul campo. Dal canto loro, le 11 associazioni ambientaliste hanno annunciato che si rivolgeranno direttamente al Ministero dell'Ambiente, al Ministero dei Beni Culturali e al Comitato Italiano dell'Unesco a Roma, per spiegare chiaramente la gravità della situazione in cui si trova il patrimonio dolomitico dell'Unesco. J.M.
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