Impianti verso il Comelico, da Roma il no definitivo 

Il collegamento sciistico da Sesto. Il ministero del turismo ha ribadito i vincoli paesaggistici Possibile solamente la riqualificazione delle strutture esistenti con “modeste integrazioni” 


Ezio Danieli


Alta pusteria. È destinato a restare un sogno, come lo aveva definito Franz Senfter una settimana fa, al momento di inaugurare il nuovo impianto a fune sul Monte Elmo, sopra Sesto Pusteria. Il presidente della società 3 Zinnen si riferiva al collegamento attraverso impianti e piste con il Comelico Superiore ed in particolare con Padola, nel Bellunese. Da Roma, dal ministero della cultura e del turismo, è arrivata la notizia che i vincoli paesaggistici su Auronzo e sui paesi del Comelico sono stati confermati, pur con qualche alleggerimento, rispetto alle 97 prescrizioni previste.

A determinate condizioni di rispetto ambientale, saranno consentite le centraline idroelettriche, le opere di sicurezza idraulica, mentre per gli impianti sciistici sarà riconosciuta solo la riqualificazione, con “modeste integrazioni” dell’esistente.

Il collegamento previsto con la Pusteria è insomma improponibile. A meno di molte deroghe. Di fronte alla notizia arrivata da Roma, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha già annunciato il ricorso al Tar del Lazio. La notifica del decreto, che a giorni comparirà in Gazzetta Ufficiale, è stata fatta ai sindaci interessati. E la reazione dei sindaci bellunesi è stata immediata: delusa e arrabbiata. “È una vergogna”, hanno subito concordato Tatiana Pais Becher, sindaco di Auronzo, e Giancarlo Ianese, di San Nicolò Comelico.

Le controdeduzioni alle osservazioni presentate da Regione, Comuni e Regole sono firmate dal nuovo soprintendente di Venezia Vincenzo Tiné, con il quale Zaia aveva intavolato una collaborazione costruttiva: “Si tratta di un mero elenco di prescrizioni e limitazioni, stilato senza la conoscenza delle peculiarità del territorio montano, un elenco contro il quale ricorreremo in ogni sede opportuna”, ha affermato il presidente, lamentando che è stato respinto “l’appello da me formalizzato al ministro Franceschini per ridiscutere e approfondire l’intera questione”.

La “Dichiarazione di notevole interesse pubblico” per il territorio è firmata non dal ministro Franceschini, ma dal direttore Federica Galloni. In questo caso la politica ha ascoltato la componente tecnico-burocratica. L’appello del governatore del Veneto al ministro era stato inviato pochi giorni fa. La risposta è stata una nota che dichiara l’impossibilità di sospendere la procedura di apposizione di vincolo stante lo “straordinario valore naturalistico” dell’area in esame.

Zaia aveva cercato di convincere il ministero ricordando la rinascita delle Dolomiti dalla tempesta Vaia e in vista delle Olimpiadi: “Un elenco di prescrizioni e limitazioni – ha aggiunto Zaia – non può governare la ricostruzione e l’ammodernamento di un’area così straordinaria, grazie anche all’attenzione e alla coscienza sempre poste nell’agire da parte dei sindaci e dei cittadini, che devono essere ascoltati e devono poter dare il loro contributo nella tutela paesaggistica ed ambientale futura. È il contributo di chi in queste montagne vive e amministra e le conosce meglio di chiunque altro”.

All'inizio dell'estate scorsa contro i vincoli e a favore del collegamento erano scesi in piazza gli abitanti del Comelico, sostenuti anche da quelli di Sesto, che avevano ottenuto promesse di un riesame della decisione che Venezia prima e Roma poi avevano preso. Ora il "no" al collegamento è stato confermato. Quello di Senfter è destinato a rimanere un sogno..















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