Le reazioni

Lockdown e zona rossa, nervi tesi in Gardena 

Il sindaco di Ortisei Tobia Moroder: «Vaccinati tra il 65 e il 67% e scarso rispetto delle regole. Possiamo uscirne solo con controlli e rigore». Il presidente del Consorzio turistico Ezio Prinoth: «A rischio la nostra credibilità: abbiamo fatto di tutto». Saltate centinaia di prenotazioni per l’Immacolata


Massimiliano Bona


ORTISEI. Musi lunghi e rabbia in val Gardena (fatta eccezione per Selva) per l’ennesimo lockdown che rischia seriamente di condizionare inevitabilmente la stagione invernale. «Le prenotazioni - sottolinea il presidente del Consorzio turistico Ezio Prinoth - erano buone. Da tempo non sentivo gli albergatori così soddisfatti. Adesso il ponte di Sant’Ambrogio è perso e fioccheranno inevitabilmente le disdette».

Gli associati interessati (in gran parte albergatori, ristoratori e baristi) da queste misure restrittive, tra Ortisei e Santa Cristina, sono almeno 600. Salvi, per ora, solamente i poco meno di 400 di Selva. «Abbiamo fatto davvero di tutto per convincere chi ancora frenava sulle vaccinazioni. L’ultimo campanello d’allarme l’abbiamo suonato - anche forte - due settimane fa. Purtroppo non è bastato. In ballo, giusto per essere chiari, c’è la nostra credibilità».

All’orgine dell’aumento dei contagi - superati i 90 positivi a Ortisei - c’è anche il mancato rispetto delle regole. «Ci sono persone positive - aggiunge Prinoth - che girano tranquillamente in paese. I controlli sono stati modesti ma per uscirne il prima possibile bisogna fare uno sforzo comune. A volte, peraltro, sembra di avere davanti un muro di gomma. Ci sono residenti che proprio non vogliono capire». Per salvare la stagione estiva (andata benissimo) la Gardena era stata la zona turistica in assoluto più attiva. «Ci siamo attrezzati con Test Center e persino con un Covid Hotel in zona Seceda che per fortuna non è servito. L’appello è quello di iniziare a rispettare per davvero le regole: tutti. Chi si è vaccinato adesso è arrabbiato perché non tollera certi comportamenti dannosi per l’immagine e la salute di un’intera valle».

Tobia Moroder, sindaco di Ortisei, nei giorni scorsi era conteso anche dalle Tv nazionali, a cui ha spiegato che la stagione invernale partirà lo stesso, anche se la val Gardena sarà ancora in zona rossa. «Il nostro obiettivo - spiega il primo cittadino - deve essere quello di rientrare il prima possibile nei parametri previsti per tornare gialli, o meglio ancora bianchi. Premesso questo, Comune e Apt hanno inviato una lettera molto chiara a tutti gli esercenti per spiegare che, d’ora in avanti, chi sgarra paga. Toccherà alla polizia locale e ai carabinieri vigilare e, quando è il caso, applicare la legge e infliggere le relative sanzioni. Ho convocato tutti i baristi e i ristoratori per fare il punto e ricordare le regole».

L’impennata dei contagi, secondo il sindaco, va addebitata «alla grande attività delle associazioni ma anche ai bar e ai ristoranti gremiti, in cui non tutti avevano il Green Pass o rispettavano le distanze. Il virus sta circolando anche a scuola ma sta a noi adesso adottare le necessarie contromisure per invertire il trend».

Comprensibilmente nervoso anche Ambros Hofer, presidente del Consorzio turistico della Val Gardena. «Quanto perderemo a Sant’Ambrogio? Non possiamo certo dirlo adesso. Non sappiamo neppure se ci sarà neve a sufficienza. È un po’ come scommettere sulla vittoria o la sconfitta della Juve domenica. Certo, la situazione non è rosea in questo momento».

Ezio Prinoth, oltre ad essere il presidente dell’Apt di Santa Cristina e il presidente del Consorzio turistico, è un albergatore e spiega l’importanza di vaccinarsi anche per non causare danni irreperabili all’economia della valle. «Solamente il sottoscritto con la chiusura nel primo lockdown ha perso qualcosa come 300 mila euro. E chi ha strutture più grandi ha pagato un dazio ancora più salato. Dobbiamo cambiare testa e comportamenti finché siamo in tempo».













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Valeria Frangipane

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