Ortisei piange Sofie, l’anima della baita al Seceda

Ortisei. La Val Gardena ha perso un’altra sua figura di spicco. L’altro giorno ha cessato di vivere a 85 anni Sofie Holzknecht, che nel 1967 aveva costruito la baita Sofie sul Seceda. A meno di una...



Ortisei. La Val Gardena ha perso un’altra sua figura di spicco. L’altro giorno ha cessato di vivere a 85 anni Sofie Holzknecht, che nel 1967 aveva costruito la baita Sofie sul Seceda. A meno di una settimana dalla morte della sorella Rita Maria, Sofie , che soffriva di Alzheimer, è deceduta alla casa di riposo di Ortisei. Il figlio Markus dice che “non era stata testata per il coronavirus ma la sua morte può essere stata determinata dalla pandemia”.

Sofie Holzknecht era stata fautrice della costruzione della baita sul Seceda a cui aveva dato il suo nome. L’aveva migliorata, dal 1967 in poi, facendola diventare un punto di incontro fra i più suggestivi e belli della Gardena al punto che gli ospiti non perdevano occasione per fare una visita e gustare il famoso Gulasch con canederli. La cucina e le camminate in montagna sono sempre state le sue passioni.

Sposata con Karl Prinoth (campione di slittino nel 1961), dalla loro unione erano nati Barbara e Markus, che con la moglie gestisce attualmente la baita.

La signora Sofie si è curata a lungo del suo "rifugio". “Da piccoli abbiamo sempre vissuto lassù. Scendevamo a scuola con gli sci ai piedi e poi tornavamo in baita, che per noi è stata sempre la casa. Mamma si è data da fare per rendere la baita accogliente per noi, per la famiglia oltre che per gli ospiti che non sono mai mancati. Hanno reso così il loro omaggio a una grande donna che ci mancherà tantissimo”, dice Markus Prinoth.

La signora Sofie sarà cremata e poi, quando l’emergenza coronavirus sarà conclusa, seguirà una cerimonia funebre. Il decesso segue quello, recentissimo, della sorella Rita Maria vedova Prinoth, divenuta famosa per le bambole dipinte. La vita di Rita Maria Holzknecht è stata intensa ed esemplare per la dedizione alla famiglia. Nona di tredici figli, aveva iniziato presto a lavorare. A 12 anni entrò in un laboratorio di sculture in legno dove cominciò a dipingere le bambole. A 22 anni incontrò e sposò lo scultore Zenz Prinoth. Dalla loro unione nacquero cinque figli e nel 1965 fu costretta alla prova più difficile per una madre: assistere la piccola Lidia che soffriva di problemi legati a una situazione di handicap. L’ha assistita per 27 anni lasciando il lavoro per dedicarsi a lei. Era rimasta vedova nel 2007. E.D.













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