Scuole ladine, i genitori: «Troppe falle nel lockdown»
Il bilancio. Tante le critiche, a partire dalla difficoltà di conciliazione fra didattica a distanza e lavoro a domicilio La rappresentante Noemi Frontull: «Chiediamo una maggior compartecipazione ai processi decisionali in campo scolastico»
Merano. Durante il lockdown di è stata messa da parte la carta degli studenti e si sono evidenziate notevoli difficoltà nella conciliazione tra il lavoro a domicilio dei genitori e la didattica a distanza dei figli. Ed è mancata una sufficiente attenzione nei confronti degli studenti con esigenze particolari. La critica giunge da Noemi Frontull, presidente del consiglio provinciale dei genitori delle scuole ladine. «Gli alunni sono stati i primi a dover rimanere a casa e di fatto non sono mai riusciti a tornare al loro “luogo di lavoro”, e cioè la scuola. Chiedo a nome di tutte le famiglie dell’Alto Adige una maggior compartecipazione dei genitori ai processi decisionali in campo scolastico»: così la delegata ladina nella conferenza di fine anno manifestando le considerazioni davanti ai tre assessori all’istruzione della Provincia - Achammer, Vettorato e Alfreider - e al presidente provinciale degli studenti, Ivan Gufler.
Noemi Frontull, dell’Istituto comprensivo S.Vigilio di Marebbe, ha riportato la presa di posizione elaborata insieme alle colleghe Heidrun Goller, presidente provinciale dei genitori delle scuole tedesche, e Barbara Passarella, responsabile di quelle italiane. Quattro i punti fondamentali affrontati.
L'apprendimento a distanza.
«Le famiglie si sono trovate impreparate a gestire una situazione del tutto al di là di qualunque previsione». La combinazione, a lungo termine, di impegni con i figli con la didattica a distanza, le faccende di casa il lockdown «non è stato ragionevole e tanto meno sopportabile».
La didattica a distanza tramite canali digitali si è rilevata in parte lenta e con esiti insoddisfacenti, afferma Frontull, e «i risultati migliori nelle scuole primaria di primo e secondo grado (elementari e medie, ndr) sono da accreditare ad una maggior fortuna nell’applicazione del sistema. Dopo Pasqua, i termini di consegna dei compiti non rispettati dagli studenti, non sono stati valutati negativamente. La carta dello studente è stata praticamente ignorata, non venendo di fatto più considerata. E a poche settimane dalla chiusura delle scuole, aver lanciato il messaggio che praticamente nessuno sarebbe stato bocciato è stato un segnale di motivazione infelice».
Le sfide.
Numerose le difficoltà elencate da Frontull. Si parte dall’assistere i bambini in modo stabile e allo stesso tempo sostenerli nei loro compiti scolastici, senza una buona parte di libri, quaderni, documenti e in parte con hardware e connessione Internet scadenti. Poi la stampa cartacea, «spesso fino a 40 pagine di compiti settimanali, privi cartucce per stampanti». Doversi adattare al mondo digitale nel più breve tempo possibile. «I genitori occupati nella loro professione si sono trovati abbandonati nell’assistenza ai figli. Inoltre, si è manifestata a lungo una drammatica noncuranza degli alunni con disabilità o con bisogni speciali, che si sono trovati improvvisamente lasciati a loro stessi».
Comunicazione.
«Nell’aspetto della comunicazione si è posta in evidenza tanto la forza quanto la debolezza di una autonomia dei plessi scolastici» dice Frontull. «In modo diverso a seconda dell’istituto scolastico, così come da parte degli insegnanti, talvolta molto impegnati e a volte quasi mai fatti sentire o senza alcun riscontro particolare».
Prospettive.
Le consulte dei genitori delle scuole provinciali hanno richiesto che sia rivisto il calendario per l’anno scolastico 2020/21. «Sollecitiamo una scuola con regolari lezioni in presenza e pomeridiane, compreso il servizio della mensa, come previsto nelle scuole a tempo pieno (Laives, Bolzano). Considerato il coinvolgimento dei genitori durante questo periodo, chiediamo di poter partecipare alla fase di preparazione e decisionale per il prossimo anno scolastico, in modo da poter conciliare al meglio gli interessi degli studenti e delle famiglie. Lo studio degli studenti attraverso fogli di lavoro, con la didattica a distanza non lo consideriamo più un metodo valido ed accettabile. L'educazione e la psiche dei nostri figli sono ora una priorità. I bambini hanno bisogno di un sistema scolastico e relative lezioni regolare, con contatti sociali tra compagni di classe ed insegnanti. Non possiamo permetterci nuovamente di lasciare che i nostri figli siano i primi ad essere rinchiusi e gli ultimi a poter uscire, ossia i primi a dover abbandonare la normalità e gli ultimi a ritrovarla».