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Venna alla Gerla, in val di Vizze il rifugio senza confini

Si pranza in Italia, ma la cucina è sul territorio austriaco (foto sito web)


di Daniele Peretti


VAL DI VIZZE. La curiosa storia del rifugio Venna alla Gerla dove si pranza in Italia, ma la cucina è sul territorio austriaco e di fatto non esistono confini: è così dal 1899 quando fu costruito per dare ospitalità a chi passava con la gerla in spalla per attraversare da una parte all’altra le Alpi Breonie.

Come detto l’ingresso è in territorio italiano, ma se visiti la cucina entri in Austria e tornando nella stube si è nuovamente in Italia, in tutto due terzi si trovano in territorio italiano ed un terzo in terra austriaca: il confine dividerebbe in due il rifugio, ma di fatto non è mai stato rispettato. Il rifugio degli “spalloni” si trova a 2693 metri d’altitudine e lo si raggiunge dopo 4 ore di cammino: ad attendere il visitatore un arredamento sobrio e cibo genuino tipico della montagna; il rifugio è sempre stato aperto tranne il periodo compreso tra il 1945 ed il 1972 quando fu chiuso per difficoltà finanziarie.

All'origine solo una baracca, ma riservata ai traffici leciti di chi trasportava merci da una parte all’altra delle Alpi, per i contrabbandieri era un tracciato troppo conosciuto e quindi troppo rischioso. Oggi il Rifugio Venna alla Gerla è una imponente costruzione in pietra dello stesso colore della roccia che può ospitare fino a 65 escursionisti con un’unica nota di colore, quattro bandiere: la bianco rossa tirolese, la bianco azzurra bavarese, il tricolore e la bandiera dell’Europa.

Il nome originario era Kraxentragerutte ( la Capanna dei portatori di gerla), in italiano Rifugio Venna alla Gerla, ma anche rifugio Europa. Il percorso per raggiungerlo è indicato di media difficoltà ed il rifugio è aperto da luglio a fine settembre (per maggiori informazioni 0472-646076), in inverno la temperatura è proibitiva: anche meno 25 gradi. Il rifugio fu costruito dalla sezione dell'Alpenverein di Landshut, antica città ducale della bassa Baviera. Fu inaugurato nell'agosto del 1899. Scoppiata la prima guerra mondiale il rifugio venne abbandonato. Con il trattato di St. Germain il rifugio venne diviso in due dal passaggio della linea di confine. La parte italiana è stata utilizzata, fino al 1972, dalla Guardia di Finanza. Se la parte austriaca è sempre stata tenuta in discrete condizioni, quella italiana dopo l'abbandono del rifugio da parte della Guardia di Finanza, andò gradualmente in decadimento. Il direttivo dell Alpenverein di Landshut si incontrò con quello del CAI di Vipiteno e nel 1984 furono avviate concrete trattative di collaborazione, alimentata da uno spirito montanaro autentico. Così il rifugio è stato ricostruito e solennemente inaugurato nel settembre del 1989.













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