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Rifugi in Alto Adige, l’estate della ripartenza: fatturato su per l’80%

Pernottamenti ancora lontani dal 2019 ma in aumento così come gli ospiti giornalieri



BOLZANO. Possiamo chiamarla l’estate della ripartenza. Per i rifugi alpini altoatesini il bilancio a fine stagione ha il segno più, anche se non si è ancora tornati ai numeri pre- pandemia.

Poco prima che a inizio novembre si concluda la stagione di montagna e chiudano gli ultimi rifugi, il Gruppo Rifugi Alpini dell’Alto Adige dell’Unione Albergatori e Pubblici Esercenti (HGV) ha voluto fare chiarezza, per mezzo di un’indagine, sull’andamento della stagione di quest’anno.

“Soprattutto in piena estate, in particolare nei fine settimana, ci sono stati molti giorni di pioggia che hanno avuto un impatto negativo sul fatturato. In compenso ci sono state delle belle giornate a settembre e a ottobre, positive sia per quanto riguarda gli ospiti giornalieri che i pernottamenti”, afferma Stefan Perathoner, presidente del Gruppo Rifugi Alpini Alto Adige e gestore del Rifugio Tierser Alpl.

Circa l’80% dei gestori dei rifugi hanno segnalato un fatturato più elevato rispetto all’estate 2020. È stato constatato un aumento sia per quanto riguarda gli ospiti giornalieri che quelli pernottanti, anche se il numero dei pernottamenti è ancora lontano da quello registrato nel 2019.

“Complessivamente, si registra uno sviluppo positivo nonostante le varie regole anti-Covid da applicare nei rifugi alpini”, sottolinea Perathoner. Inoltre, l’indagine ha rivelato che i regolamenti anti-Covid hanno richiesto un certo impegno da parte dei rifugi. “Circa il 90 % degli intervistati ha dichiarato che gli ospiti hanno ampiamente rispettato le misure anti Covid, il che ha facilitato il lavoro ai gestori dei rifugi”, sottolinea Perathoner.

Infine, il Gruppo Rifugi Alpini ha voluto scoprire il ruolo della sostenibilità nell’ambito dei rifugi di montagna. Quasi tutti gli intervistati hanno sottolineato l’importanza di questa tematica, illustrando varie iniziative adottate sul luogo di lavoro, come la rinuncia alla plastica, l’impiego maggiore di prodotti locali e di misure per ridurre i rifiuti.

Un’ultima domanda riguardava la ricerca di personale che anche in montagna si è rivelata più difficile rispetto a prima. “Per quanto riguarda questo aspetto, quindi, non ci sono differenze rispetto alle imprese in valle”, ha concluso Perathoner, riassumendo la situazione del personale.













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