terremoto politico

Scontro totale nella Svp, convocata d'urgenza la direzione del partito

Domani la riunione. Widmann non si dimette e sfida Kompatscher: “Il presidente ha un problema personale con me. Ora faccia il rimpasto”. Ma le insidie in consiglio provinciale sono fortissime (foto DLife)

 

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Stefan Wallisch


BOLZANO. E' scontro totale nella Suedtiroler Volkspartei. La crepa, esistente da tempo, è diventata un profondo fosso che potrebbe addirittura risultare insuperabile.

La direzione del partito è stata convocata per domani, venerdì pomeriggio 1 aprile, scrive l'agenzia Ansa. La riunione si dovrà occupare dello strappo avvenuto tra il governatore Arno Kompatscher e l'assessore e compagno di partito Thomas Widmann. Kompatscher gli ha ritirato le competenze e il giorno successivo Widmann ha fatto sapere che non si dimetterà e attenderà il rimpasto in consiglio provinciale. 

Il partito di raccolta dei sudtirolesi, che governa ininterrottamente dal dopoguerra ad oggi, di sua natura ha diverse anime al suo interno. Se dovesse però andare ora davvero alla conta, potrebbe uscirne spaccato oppure almeno profondamente diviso.

"E' venuto meno il rapporto di fiducia reciproca", ha giustificato così Arno Kompatscher ieri la rottura con il suo assessore e compagno di partito Widmann, in riferimento alla pubblicazione delle intercettazioni telefoniche sul caso Sad, la società che per molto tempo ha gestito il trasporto pubblico locale in Alto Adige. In alcune intercettazioni degli inquirenti Widmann, conversando con Ingemar Gatterer, all'epoca ceo di Sad, esprime giudizi molto duri su Kompatscher.

Oggi  Thomas Widmann ha commentato che "evidentemente il presidente ha un problema personale con me e spetta a lui risolverlo". Secondo l'assessore, il governatore era da un anno a conoscenza delle intercettazioni ("senza alcuna rilevanza penale") e lui (Widmann) "in più occasioni" si sarebbe scusato per le affermazioni "di certo non belle" fatte durante una telefonata privata. Widmann ha poi accusato Kompatscher di non aver mai cercato un chiarimento: “Abbiamo collaborato bene e ho sempre sostenuto l'esecutivo e mi stupisce che solo ora improvvisamente sia venuta meno la fiducia". Secondo Widmann, "il regolamento parla chiaro: secondo l'articolo 13 un assessore esce dall'esecutivo con le sue dimissioni oppure in caso di decesso oppure - secondo l'articolo 10 - il presidente può presentare al consiglio provinciale una nuova composizione della giunta. E' proprio quello che ora il presidente deve fare, visto che non ho nulla da rimproverarmi", ha concluso.

Widmann non molla: «Continuerò il mio lavoro, siamo alla barbarie»

«Continuerò il mio impegno in consiglio provinciale perché ho una responsabilità nei confronti dei miei elettori». Lo ha detto l'assessore Thomas Widmann, dopo la bufera che ha portato il governatore Kompartscher a ritirargli le deleghe.

Kompatscher non ha voluto commentare le 'non dimissioni', prendendone atto, dal suo staff si apprende però che è "rimasto sorpreso", visto che lunedì Widmann gli avrebbe garantito che si sarebbe fatto da parte.

Sono ora vari gli scenari, ognuno con le sue insidie. Sfiduciare Widmann in consiglio provinciale è un'impresa pericolosa, perché Kompatscher non può contare su tutti i voti della Svp e l'opposizione di certo non gli darà una mano. L'altra ipotesi è una mozione di sfiducia contro l'intera giunta, per far cadere Kompatscher e arrivare a fine legislatura nel 2023 con un altro presidente, questo però non può avvenire senza alcuni voti della Svp. "Il regicidio è suicidio", commenta un esponente di spicco del partito.

A questo punto la conta potrebbe essere spostata nell'assemblea della Volkspartei, in programma in autunno che potrebbe anche essere anticipata. L'ultima e, per il momento, più praticabile strada resterebbe quella del 'tirare dritto'. Kompatscher mantiene le competenze di Widmann, forse con un consulente esterno per il difficile assessorato della sanità. Il braccio di ferro continua.













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