il caso

Stazione segreta della polizia cinese a Bolzano, è bufera politica: interrogazione urgente a Kompatscher

Fratelli d’Italia: «La Provincia ne è a conoscenza?». I Verdi: «Inaccettabile»



BOLZANO. E’ bufera in Alto Adige dopo la notizia secondo cui a Bolzano, come in altre 10 città italiane, opererebbe una stazione segreta della polizia cinese. Per Pechino si tratta di un “centro servizi” per aiutare i connazionali in Italia con le pratiche burocratiche ma per l’ong spagnola Safeguard Defenders (che ieri, 5 dicembre, ha diffuso l’aggiornamento sulla rete di polizia cinese) è invece un mezzo «per sorvegliare i dissidenti».

 "È semplicemente inaccettabile che la Cina presuma di esercitare impunemente diritti sovrani in Italia e di molestare o minacciare le persone", scrive il co-portavoce dei Verdi altoatesini Felix von Wohlgemuth. "Queste attività di una dittatura autoritaria nel nostro Paese richiedono un'indagine completa e trasparente - prosegue von Wohlgemuth - Ciò è particolarmente doveroso in quanto l'Italia dal 2015 ha anche concluso diversi accordi bilaterali di sicurezza con la Repubblica Popolare Cinese e quindi in passato c'è stata un'intensa cooperazione tra le forze di polizia di entrambi i Paesi".

"La tutela dei diritti umani, in particolare la libertà di espressione e l'integrità personale - aggiunge l'esponente dei Verdi - anche se non valgono nella Cina, devono essere pienamente garantiti ai 1.221 cittadini cinesi che vivono in Alto Adige".

Von Wohlgemuth sollecita il presidente della Provincia Arno Kompatscher, "che è anche il responsabile della sicurezza pubblica nella nostra provincia, a chiedere prontamente chiarimenti al commissario del governo Vito Cusumano in merito al 'centro servizi' e ad eventuali azioni congiunte con le forze di sicurezza cinesi" sul territorio altoatesino”.

Dura anche la presa di posizione di Fratelli d’Italia con il consigliere Marco Galateo che ha presentato un’interrogazione urgente a Kompatscher, chiedendo di sapere se i vertici della Provincia fossero a conoscenza dell’esistenza di questa struttura in Alto Adige, quale scopi abbia la stessa, se risulti che siano in corso o vi siano stati pattugliamenti congiunti con le Forze dell’ordine italiane in Alto Adige e se si abbia notizia che anche sul territorio altoatesino tali stazioni siano usate da Pechino per svolgere attività di ricerca e repressione di cittadini e dissidenti cinesi all’estero.

Galateo chiede quanti siano attualmente i cittadini cinesi residenti in Alto Adige, quante le imprese intestate a cittadini cinesi in provincia di Bolzano, quali le variazioni demografiche dei cittadini cinesi in provincia di Bolzano negli ultimi 15 anni e quante siano state le aziende intestate a cittadini cinesi chiuse entro l’anno di apertura negli ultimi 15 anni.

È necessario fare la massima chiarezza su cosa facciano veramente queste strutture sul territorio italiano e quali compiti abbiano, se come sostiene la versione cinese siano effettivamente di supporto ai cittadini nelle procedure burocratiche, come il rinnovo di passaporto o patente di guida o se ci sia dell’altro come ipotizzato da Safeguard Defenders“  il commento del consigliere Galateo.













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Valeria Frangipane

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